Su quell'isola tutto è cominciato molto tempo prima che io e te imparassimo certi aspetti fondamentali della vita...
...prima di deviarci l'umore frequentando corsi di banalità in ufficio, prima di capire come accompagnarci da soli a casa ogni sera, prima di leggere una quantità poco consigliata di articoli sociali indecifrabili...solo per trarne un significato tutto nostro.
Prima ancora su quell'isola cominciava l'era della cultura anti-urbana, della fuga artistica incompresa, della voglia di riscoprire il proprio "Io" bruciato sotto i termosifoni a secco delle case creative cittadine, povere di ispirazione e mal collegate col resto della quotidianità morale.
Fuggire sull'isola deserta, eternamente in ferie verso il paradiso, verso il sogno...io e te, voi...ma anche tutti gli altri.
Andiamo.
"Non si è mai contenti dove si sta", diceva il controllore ferroviario al biondo visitatore dell'asteroide B-612.
Mai contenti nemmeno quando si arriva a destinazione per scoprire il futuro nel barattolo, ritrovandoci nel buio esistenziale come nella grotta di Eolo piena di preservativi sulla fronte del mare, inseguendo strisce bianche d'euforia poco naturale per consolarci una sera si e l'altra pure, precipitando insieme in un mare di sabbia scura senza voler vedere nulla...
...non considerando mai troppo l'abisso dei draghi velenosi multi-colore attorcigliati nelle scatolette farmacologiche, affascinanti scottature anti-emozionali da guardia medica alle 6 meno un quarto del mattino, ascoltando all'infinito la stessa ipnotica canzone senza respirare più.
L'illusione della libertà rimandata a domani, dimentica il dolore, scrigno vuoto anestetizzato.
Ancora insieme come in un malinconico refrein, come il panorama di queste spiagge...
...esaltato dalle vene muscolose dei bulli turistici a fior d'acqua in cerca d'approvazione della straniera del mare, dal vanto del vichingo nord europeo al melodico mediterraneo dalle mistiche origini sub-orientali del pianeta.
Non è solo arte quel che vive fra le terrazze letterarie internet-wave sopra il mare, qui di notte...fra i romantici vicoli mono lampione dove scivolare leggeri sul porta pillole cromato, sulle cosce luride di pampero d'una rissosa battona universitaria, sulle infradito del caramba in borghese da corrompere facile...
...sul conto corrente dell'affitta stanze pallido come le centomila stelle morte sopra il trionfo immobiliare dei nuovi imperatori dell'isola.
Non è solo arte, non è solo poesia: dov'è che siamo fuggiti tutti quanti per scrivere il nostro 27° romanzo da scaffale dedicato alla stazione termini?
"...un isola così piena di cultura..."
Cultura che va a farsi fottere al night club dei cuori infranti dal portafoglio pieno, delusa e in cerca d'una qualsiasi balorda occasione, per poi ripresentarsi ubriaca il mattino dopo in libreria, fradicia d'insulti piovuti addosso da tutti i neo genialoidi dalla penna facile che l'hanno violentata sadicamente, nella forsennata immaginazione di voler incidere le proprie iniziali su un manuale d'ipotetica saggezza contemporanea.
Cultura morta...
...asfissiata dal profumo violento delle vetrine etno-tecnologiche nel periodo dei saldi sconvenienti tutto l'anno, oppressa dal sudore degli scatoloni enciclopedici lasciati a marcire negli angoli degli spacci alimentari...
...soffocata...
...dalla fragranza irresistibile dei nostri sguardi pieni di luce unicamente riflessa dal monitor portatile sempre acceso al posto nostro.
Debolmente acceso...per risparimarci mediocri fino alle ultime righe di quei necrologi che tanto nessuno leggerà mai.
L'alba dei nostri ritiri spirituali ha dei colori molto simili al tramonto.
E svegliandoci finalmente nel respiro pietrificato di tutti i nostri 68 falliti, ci riscopriamo vittime dell'esercito dei nuovi tour operator mascherati da pescatori sulle basse onde del tirreno, quelli che vivono tutti i giorni ai piedi di un dio quasi spento, vendicativo stagionale, fottendosene di lui come di noi, rincorrendosi in cerchio per trovarsi alle 5 buie del pomeriggio al solito bar dell'inverno, pietosamente alcolici e indifferenti tutta la vita, senza un grammo d'anima che li costringa a sputare fuori il cinismo accumulato...
...unici sovrani d'un regno violentato dalle tasche altrui, immuni al savoir faire comune importato dai confini del resto del mondo, innamorati della loro bieca esistenza opportunista come attori nel labirinto degli specchi, fallendo ripetutamente il futuro che i loro padri avevano provato a insegnargli...
...quei padri dispersi come cenere tossica da insabbiare, voltare pagina nel verso sbagliato, morire due volte per non essere ricordati più.
Così fuggiamo sull'isola...nella speranza d'essere catturati...
...tragicamente privi di quell'autostima descritta nei vocabolari impolverati, tuffandoci bendati in un paradiso quasi terrestre deturpato, per non toccare alcun fondo e nemmeno risalire...
...tuffandoci in qualsiasi cosa, purchè non sia noi.
Ridicolmente spietati...
...come quei poeti scarsamente decorati che ci hanno insegnato a sopportare il male di vivere solo per amore, a noi, poveri sopravvissuti moderni, acculturati in fuga e stalloni sempreverdi...
...che non riconosciamo mai alcuna differenza lungo l'encefalogramma piatto della nostra scomoda routine.
"...e stringimi più forte le tempie, amore...dimentichiamo insieme chi eravamo prima di arrivare qui..."
N.A.
Non sono riuscita a riprendere fiato...
Spero sia perchè tu abbia apprezzato almeno un po quel che cercavo di esprimere...
e in ogni caso ti ringrazio come sempre, signorina delle margherite...
ho più che apprezzato! molto bello questo pezzo...
certo. e sfregati la fronte che' il ricordo passera'. il pezzo mi piace (una rarita').
servono dell pale per portare qui l'isola.
Addirittura una rarità....ti ringrazio.
Delle pale???
certo, siamo una penisola, basta scavare un po' ed eccoci diventati un' isola 😀 (o interpretazione due: l’encefalogramma piatto si puo' rianimare a... palate)
Addirittura una rarità....ti ringrazio.
Delle pale???
l'idea di trasformare il nostro stivale in isola non mi dispiace...
Il pezzo mi è piaciuto N.A. ma ora sono caduta in una depressione tale che se non mi ritrovo in breve su un'isola dalla spiaggia bianca e palme di cocco alte con il mio amore per la vita da e vissero felici e contenti non mi riprendo... esistono le favole?? O solo mediocre realtà?
Ti ringrazio per le parole.
Le favole, certo che esistono...scegli solo te le vuoi vivere o meno.
Come il resto della vita, più o meno.