Alle XII scatta la paura

Recensioni Vito Tripi


di Vito Tripi

Quando anche i grandi pilastri della carta stampata iniziano ad abbandonare l’horror, quasi con vergogna, e per chi sa quale manovra di merchandising editoriale, chiudendo così le porte anche ad autori nostrani, fa piacere vedere che c’è chi tenacemente resiste come su una linea del Piave. Mi riferisco alle giovani Edizioni XII che hanno fatto del neo horror un cavallo di battaglia. Questa casa editrice non solo da spazio agli autori italiani, anche giovani ed emergenti, ma pure a grandi firme straniere ancora, non si sa per quale arcano motivo, misconosciute da noi.

Quindi il 2012, anno che ha una componente numerica vicina alla giovane casa editrice, voglio iniziarlo con loro parlando di tre titoli interessantissimi: Abattoir l’antologia di Ian Delacroix (€ 7,90 pag 142), Inferno 17 di Davide Cassia (€ 11,90 pag 263) e I Vermi Conquistatori di Brian Keene (€ 15,00 pag 309).

 

Abattoir sono undici novelle nere, undici piccoli capolavori di paura e surrealtà, undici vie per un mondo oscuro. L’oratorio di Natale, che potrebbe far pensare al capolavoro di Dickens, è in realtà una storia sulle pieghe oscure del passato, su certi pesi che ci portiamo appresso, traumi e che spesso possono uscire fuori con effetti orribili. Il Mattatoio, è al cronaca di una serata molto particolare dei giovani, il nuovo popolo della notte, ma non è il sangue il vero protagonista della storia, ma la solitudine e il senso di incompletezza delle nuove generazioni. Perché come scrive Delacroix “la noia li assalirà ovunque cerchino di evadere…perché il vuoto è l’essenza dei loro giorni e loro non fanno che riflettere lo spirito di quel tempo”. Vieni, tra le mie braccia, è una favola dalla scivolate orrorifiche ma è anche una denuncia al bullismo, ahinoi, sempre più presente tra i giovani. Non chiedergli il colore dei fiori, ha un’ambientazione circense e quasi claustrofobica con un rimando ad una chicca del cinema horror classico ossia Il culto del cobra

Dopo c’è la trilogia delle scatole ossia tre racconti intitolati appunto Scatola con tanto di # e numero. Nella prima scatola troviamo un assurda quanto inquietante catena di Sant’Antonio che tiene col fiato sospeso un intero ufficio. Aprendo la seconda scatola ci troviamo nei vicoli oscuri delle nostre Chinatown…Nell’ultima troviamo un pupazzo un Jack-In-The-Box, ma è diverso dagli altri poiché è privo di volto, ma è Halloween e lui non sembra intenzionato a rimanere senza faccia!

Il funerale è una storiella orricomica, che insegna che gli anni che passiamo su questa palla di fango, a conti fatti, sono una gran bella cosa. Una coppia persa nel bosco si ritroverà ospite de La locanda alla fine dei mondi, dove prima assisteranno ad un inquietante spettacolo del teatro Bhuto e poi visiteranno un particolare museo delle cere…Questo lo considero un omaggio a La casa che grondava sangue e all’episodio col mitico Peter Cushing. Silenzio lunare, è un omaggio al mondo orrorifico giapponese a dimostrazione che il genio italico può cimentarsi in qualsiasi ambientazione e cultura. Chiude l’antologia  Alla deriva, che non tratta tematiche marittime, ma se mai quelle dell’abbandono, della solitudine e della dimenticanza anche se stavolta il protagonista non è propriamente umano…

 

Inferno 17, è una storia in due tempi con due protagonisti, e che ci porta nei labirinti della follia siano essi i corridoi di un ospedale quanto i vicoli cittadini. Tutto si svolge nell’immaginaria megalopoli chiamata Marina, da tempo c’è un serial killer, soprannominato il Pugnalatore, che violenta e uccide le donne pugnalandole al cuore . Ma ci sono dei particolari nel suo modus operandi che rendono ancora più orribili i delitti: il maniaco beve il sangue delle vittime direttamente dalla ferita sul petto e incide sulla loro fronte delle rune mistiche sconosciute. A guidare le indagini c’è il detective italo-australiano Jonathan Greco, un mastino, uno di quelli tosti che non molla la presa. Ma è anche un uomo solo con tanti scheletri nell’armadio dei suoi affetti. Oltre alle indagini seguiamo anche il lavoro di Paolo Montale, infermiere professionista, che ha trovato un lavoro ben remunerato, anche se alquanto insolito, presso la clinica per malattie mentali Villa Palmieri. Egli dovrà tenere sotto osservazione l’unico paziente dell’interno 17, quello della stanza 312. Non si sa chi egli sia, solo che è sfigurato dal fuoco e che qualcuno paga per fargli avere degli infermieri 24 su 24 e per tenere tutto il reparto vuoto. Il lavoro da principio è allettante, ma Paolo si renderà conto che il turno di notte è tutt’altro che noioso. Scoprirà che il suo predecessore ha avuto un infarto proprio durante quel turno ed assisterà alla follia di un altro suo collega. Da qui il desiderio di svelare l’identità di quel misterioso paziente ma tutto sembra blindato. Così l’indagine ufficiale di Greco e quella personale di Montale sembrano incrociarsi poiché ambedue hanno in comune due particolari: un nome oscuro Abseth e il titolo di un libro horror,vecchio di quasi un secolo, Il Demone della Notte scritto da un certo Vittorio Masseno.

Un’indagine intrecciata che porterà ad un colpo di scena sorprendente e ad un finale quanto mai aperto. Cassia, con un stile fresco e coinvolgente, accompagna il lettore nelle zone d'ombra dell’animo umano regalandoci anche le prospettive e del killer e di Masseno. Siamo di fronte ad uno psico-thriller che odora di zolfo.

 

I Vermi Conquistatori, unica opera straniera del trittico, è uno dei classici, finora inedito da noi, del prolifico e talentuoso Keene, è buon definirsi un horror apocalittico che unisce Bibbia e Lovecraft. E’ una storia narrata a due voci dal vecchio Teddy e dal giovane Kevin, tra i pochi sopravvissuti alla grande alluvione. Sì perché è da quarantadue giorni che su tutto il mondo si è riversata una pioggia torrenziale. La civiltà come la conosciamo noi è collassata in poco tempo. Tutto, o quasi, si svolge a Punkin’ Center, città tra i monti Apalacchi, ove vive il vecchio Teddy, ormai solo dopo la morte dell’amata moglie Rose. Da vecchio testardo si è rifiutato di abbandonare la propria casa e ha deciso di affrontare con scetticismo e un pizzico di stoicismo la catastrofe. Ormai non gli importa più niente vuole solo ricongiungersi con i suoi cari oltre che un po’ di tabacco da masticare. Ma nel mezzo di quel niente piovoso prima arriva il suo amico Carl, che credeva morto, e poi piombano dal cielo, in senso letterale, Kevin e Sarah due  sopravissuti di Baltimora.

Ma  i nostri scopriranno presto a loro spese che in realtà non è  il maltempo la vera minaccia…essa viene dal profondo: dalle viscere delle terra o dagli abissi marini. Può avere la forma di una grottesca muffa bianca che tutto divora o di vermi enormi, di sirene, può chiamarsi Kraken, Leviatano oppure Behemot ma ha un solo obbiettivo riprendersi il mondo. I nostri si trovano in una situazione in cui il mondo delle certezze e quello dei miti cozzano e non è detto che sia il primo a prevalere. Ma Keene ci mostra anche che gli umani sanno essere peggiori dei mostri, come i surfisti satanisti di Baltimora, o Earl, il vicino villico e teocon di Teddy. Indubbiamente è presente una critica ecologista molto forte, però è  più importante la parte umana, i sentimenti, gli affetti i ricordi la capacità dell’essere umano di rimanere tale nelle situazioni più drastiche. A mio avviso il finale è aperto ed è possibile, anzi augurabile, un seguito.

 


Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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