Amami senza ritegno
come parola indecente e sussurrata
come cosa morta raccolta da terra.
Amami come si ama l'inevitato
o un ultimo respiro
senza chiederne il motivo
senza consolazione.
Amami come i pazzi folli d'amore
non con la saggezza antica
di chi conserva inverni e guarigioni
ma come gli uragani che violentano la terra.
Amami, disperdimi come sale e neve
amami quando sono aquila lontana e carezzo le nuvole
quando sono seme di terra rorida
quando sono inverno.
Amami, non essere ombra diafana
diventa il mio tutto
il mio capolavoro.

Guido Mazzolini
Guido Mazzolini
Nato a Cremona, da allora respiro nebbie fitte, afa padana e pianeggianti sensazioni. Mi esprimo come posso e come so, nello stesso modo che mi è stato concesso da un cinico fato. Scrivo parole convinto che l’espressione sia la magia donata agli esseri umani per potersi elevare e somigliare agli Dei. Non esistono punti fermi nel mio esistere, solo zattere di comprensione in balia di un oceano agitato e onde altissime che conducono, malgrado noi, verso lidi sconosciuti. Per questo credo nella parola espressa come valore supremo; ci credo perché la voglio fortemente mia, la sento scorrere nelle vene più del sangue, possiede un proprio odore inafferrabile ed evoca consapevolezze diverse, la posso toccare con mano, ingoiare e respirare ogni istante. Credo nel “linguaggio dell’inesprimibile”, nelle sensazioni e intuizioni che solo parole non convenzionalmente espresse riescono a palesare realmente. "Sono l’oscuro lato che nasconde la genesi più vera di me stesso." Ho scritto, mio malgrado: "L'Attimo e l'Essenza", "Diario di bordo", "Il passo del gambero", "Suoni", "La ragione degli alberi", "Un celeste divenire". "Destinati a direzioni diverse" è il mio ultimo figlio di carta.

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