Arrivi e partenze

Racconti Karen Lojelo

Lucio guardava i binari, quel treno lo avrebbe portato lontano da tutto e da tutti, poteva ricominciare da zero, nuovi amici, un nuovo lavoro, una seconda possibilità. Spense la sigaretta sull’asfalto bagnato ripromettendosi per l’ennesima volta che sarebbe stata l’ultima.

Marcella osservava quella ragazza così carina davanti a lei, capelli lunghi, grandi occhi verdi e un corpo perfetto, chissà com’era felice si chiedeva tra sé, da lunedì mi metto a dieta si ripeteva come ogni venerdì ma sapeva benissimo che non ce l’avrebbe fatta.

La ragazza continuava a chiedersi a cosa servisse essere così carina, aver fatto tutte quelle diete e diventare perfetta se non c’era nessuno che l’amava e lei si sentiva ogni giorno più sola, il treno era in ritardo di dieci minuti e lei sicuramente anche quella mattina sarebbe arrivata tardi al lavoro.

Un signore anziano urtò la valigia di Marcello e chinandosi per rialzarla si ricordò di molti anni prima quando era partito in cerca di fortuna, una fortuna che non aveva mai trovato e lo aveva rispedito a casa nel giro di due anni, a casa ad accontentarsi di avere ogni giornata uguale alla precedente lavorando in fabbrica per pochi soldi.

Fulvio continuava a guardare l’orologio, si sentiva emozionato come non gli succedeva da anni, lei lo aspettava, avrebbero passato insieme ben quattro giorni e lui era certo che sarebbero stati i quattro giorni più felici della sua vita.

La signora Amelia trascinava a fatica quel borsone pesante, ci aveva messo dentro tutto, era certa di non aver dimenticato nulla che potesse servire a suo marito, ricoverato in ospedale per un brutto male, quanti treni avevano preso insieme, non l’aveva mai mandata da sola da nessuna parte ma adesso lui era bloccato in un letto d’ospedale e forse non si sarebbe mai alzato di lì.

Francesca con il cellulare in mano cercava di scrivere un sms ma non trovava le parole per dire a Carlo che stava andando da lui, che voleva solo guardarlo negli occhi per essere sicura che fosse finita davvero, avrebbe voluto scrivergli quanto lo amava e che non poteva vivere senza di lui… ma no, non era il caso, forse era meglio aspettare di averlo di fronte, le tremavano le gambe, aveva un gran mal di stomaco e le lacrime agli occhi.

Maddalena osservava le persone intorno a lei cercando di immaginare le loro vite, i loro sogni, i rimpianti e le preoccupazioni, si sentiva spenta come una lampadina fulminata e non trovava più nemmeno un motivo per andare avanti, avrebbe voluto buttarcisi sotto quel treno che stava aspettando, quello che l’avrebbe riportata a casa per le vacanze di Natale, una casa che non aveva mai sentito come tale e pregava che quel Natale passasse in fretta  arrivasse svelta la primavera magari a riportare una nuova speranza e a riscaldare tutto quel freddo.

Giovanni era felice, andava a vedere la sua squadra del cuore che giocava in trasferta, si avvicinò a Francesca cercando di attaccare bottone ma lei nemmeno si accorgeva di quanto fosse carino quel ragazzo, gli rispondeva alzando a malapena lo sguardo e ben presto la conversazione si esaurì da sola.

Luciano appoggiato alla colonna aspettava sua figlia Greta che tornava da un viaggio con le amiche, ripensava a quando lui e sua moglie erano ancora sposati e si promettevano amore eterno, Greta era tutto ciò che era rimasto di loro.

Lucio sentì  il rumore del treno che frenava sui binari si fece coraggio afferrò la valigia e salì facendo un respiro profondo. Marcella prima di salire buttò il cornetto con la crema che aveva comprato al bar nel cestino dicendosi che forse era meglio iniziare da subito… la ragazza carina alzò il volume del suo i-pod e si mise seduta accanto al finestrino, il signore anziano poggiò la testa sul sedile e chiuse gli occhi mentre il treno partiva, Fulvio invio un messaggio sorridendo, la signora Amelia prese un fazzoletto dalla tasca per asciugarsi quella lacrima che le era sfuggita dalle ciglia, Francesca rimase seduta sulla panchina, forse avrebbe preso il prossimo treno stava ancora cercando il coraggio dentro le tasche e non si sentiva pronta a salire su quel treno, Maddalena sarebbe scesa alla fermata successiva senza sapere bene dove andare, Giovanni trovò un altro tifoso con cui chiacchierare durante il viaggio. Luciano abbracciò sua figlia non riuscendo a dirle una sola parola…

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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18 Commenti

  1. E' proprio bello Ka! Uno scorcio della vita di tutti, che poi, alla fine, è la nostra stessa vita...
    bravissima 🙂

  2. mi piace questo pezzo. Nuovo stile.

  3. bello... è piaciuto anche a me 😉
    ...tante vite che si incontrano in un punto, gli occhi che passano dall'una, tante storie, un senso comune... la vita un viaggio sospeso tra passato e futuro e che in un modo o l'altro dobbiamo fare, possiamo aspettare il prossimo treno... oppure rinunciare per un pò, ma diamo senso a quello che siamo solo se camminiamo

  4. Ciao Karen!! Un pezzo decisamente inconsueto per il tuo stile.. ma molto d'effetto e godibile..
    Bisogna sperimentare sempre !! Brava !! Un caro abbraccio..Jan

  5. Ecco perchè da qualche anno non prendo più treni ma viaggio solo in macchina...

    le stazioni non le sopporto più, dopo una vita a viaggiare.

    E se ne potrebbero raccontare altre migliaia di trip pre-partenza...ma dubito che il web sia sufficente...

    Ciao signorina delle margherite...sempre felice di leggerti.

    N.A:

    • a me piacciono proprio per questo motivo invece i treni... li trovo poetici, e poi il confine tra dolore e piacere è talmente sottile... 😉

  6. trovi poetici i treni ? ... evidentemente non hai mai preso i treni che prendo io tutti i giorni 😀

    • va beh dai preferisco f'reccia rossa' confesso... però anche nei regionali (presi a piccole dosi) trovo un certo fascino... 😉

  7. mi hai portato su quella banchina, rapito a scrutare gli altri viaggiatori
    molto bello Karen :))

  8. Bellissimo .... adoro le stazioni e i luoghi affollati! .... dove si può incontrare qualche storia di vita! ... complimenti!

  9. I viaggi...forse in situazioni diverse le emozioni descritte sopra le abbiamo provate tutte, o forse ancora non tutte...ma chissa' ...la vita, alla fine, e' un viaggio che ci sfida ad ogni fermata, con ogni sorta di avvenimenti, che ognuno di noi vive in base al suo bagaglio personale, ossia al "personale viaggio" fatto sino a quel momento...
    Brava Karen 🙂


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