Quest'oggi lascio spazio ad un mio amico giornalista ed editore che vuol dirci la sua su un simpatico spettacolo teatrale
Anni fa il defunto e poco compianto ministro Padoa Schioppa definì i giovani italiani, ahinoi precari per colpa dello stato, “Bamboccioni”, espressione che ha fatto il giro del mondo e che è divenuto sinonimo di giovane viziato e nullafacente. Inutile dire che la realtà nostrana è bene diversa! Anche se oggi taluni ministri definiscono i giovani “schizzinosi”, “mammoni”, “mangiaspaghetti” e “sfigati”. Sicuramente non si sono visti loro perché i loro specchi sono di legno.
Frecciatine politiche a parte voglio segnalare il gradevolissimo e azzecatissimo spettacolo teatrale di Roberto D’Alessandro, di recente messo in scena al Teatro dei Servi in Roma, dall’emblematico titolo “Bamboccioni”.
Tre laureati 40enni vivono sotto lo stesso tetto. Anton Giulio, Gianni Alberto e Antonino sono preparati professionalmente, ma inadeguati alla quotidianità e dipendenti dalla mamma. I tre coinquilini conoscono Chicca ed Emidio, una prostituta con problemi di alcoolismo e un barbone per vocazione.
Il pregresso di ogni personaggio, così come le diverse prospettive future, danno luogo a curiosi battibecchi e battute di spirito, creando pian piano quel clima di familiarità a cui ognuno di loro aspira, ma che nessuno sembra riuscire a concretizzare nell'immediato. Un evento inaspettato cambierà le carte in tavola, sconvolgendo ancora una volta le loro vite.
Una commedia ben strutturata tanto nei dialoghi quanto nelle scenografie. Ritmo vivace e mai sfuggente, caratterizzato da una sceneggiatura brillante, farcita d'attualità. Roberto D'Alessandro ed Enzo Casertano primeggiano sulla scena grazie alla loro spontanea immediatezza, bilanciando anche le interpretazioni altalenanti dei due ospiti in cerca di fissa dimora, nonché l'estrema artificiosità del terzo bamboccione, interpretato da Giuseppe Alagna. Ficcanti e trascinanti le interpretazioni di Chicca, Maria Cristina Fioretti, ed Emidio, Franco Barbero.
Un'arguta opera teatrale che tra le tante risate lascia anche il tempo per riflettere su quali condizioni si basi la nostra società e verso quali “non prospettive” stiano viaggiando i nostri giovani laureati: un'occasione di lavoro all'estero rimane la più concreta delle aspettative.
Una commedia che il pubblico ha dimostrato di apprezzare, comprendendo che ci si può divertire in modo sano senza trascurare il necessario spazio riservato alla riflessione. Nel tentativo di convincere i giovani laureati a uscire di casa anziché temporeggiare con mamma e papà fino oltre i 30 anni: appartamenti comunali affittati in cambio di alcune ore da dedicare al benessere della comunità.
Dato il grande successo, più che meritato lo spettacolo avrà le sue prossime pieces saranno a Milano dall’8 al 28 novembre a Teatro Martinitt, e 1 dicembre al Teatro Sociale di Segrate e il 12 e 13 gennaio al Teatro Traiano di Fiumicino (ROMA)
Federico Prete Capasso Torre di Caprara
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