Dirò che tutto va bene, con voce ferma e profonda, guardandoti negli occhi. Tu ci crederai, penserai che non è possibile mentire al tuo sguardo, infilarci dentro un’attesa e raccontare bugie come fossi un bambino. Tu sei così e non ti voglio cambiare. Mi accarezzi il viso, ci passi sopra due dita unite e un brivido mi attraversa, come una piccola scossa dai piedi alla testa; una scossa leggera ma che scuote le ossa. Hai presente una modulazione brahmsiana? Dal modo maggiore, squillante e solare, al minore tetro e cupo. Si muore un poco e si perde qualcosa. Brahms lo sapeva, non serve tonicizzare una sottodominante, si cambia semplicemente modo. Il maggiore diventa minore. Un terzo grado che senza motivo apparente cala di un semitono. Così, senza avvisare. E tutto cambia. Tutto diventa notte e malinconia. Quello che prima splendeva di luce come un orgasmo di fuoco consapevole diviene ora una fioca candela che trema. Per questo dirò che tutto va bene. Perché, prima o poi, il minore ritorna maggiore e tu sarai lì, in attesa che l’enarmonia ipocondriaca dei miei sentimenti svanisca. Basta una scossa lieve, un maledettissimo semitono. Brahms lo sapeva. Brahms aveva ragione.
Nato a Cremona, da allora respiro nebbie fitte, afa padana e pianeggianti sensazioni. Mi esprimo come posso e come so, nello stesso modo che mi è stato concesso da un cinico fato. Scrivo parole convinto che l’espressione sia la magia donata agli esseri umani per potersi elevare e somigliare agli Dei. Non esistono punti fermi nel mio esistere, solo zattere di comprensione in balia di un oceano agitato e onde altissime che conducono, malgrado noi, verso lidi sconosciuti. Per questo credo nella parola espressa come valore supremo; ci credo perché la voglio fortemente mia, la sento scorrere nelle vene più del sangue, possiede un proprio odore inafferrabile ed evoca consapevolezze diverse, la posso toccare con mano, ingoiare e respirare ogni istante. Credo nel “linguaggio dell’inesprimibile”, nelle sensazioni e intuizioni che solo parole non convenzionalmente espresse riescono a palesare realmente.
"Sono l’oscuro lato che nasconde
la genesi più vera di me stesso."
Ho scritto, mio malgrado: "L'Attimo e l'Essenza", "Diario di bordo", "Il passo del gambero", "Suoni", "La ragione degli alberi", "Un celeste divenire". "Destinati a direzioni diverse" è il mio ultimo figlio di carta.
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Bel ritratto. Molti uomini sono così e alternano l'umore come un'altalena. L'amore tutto sopporta, ma a volte sono proprio loro che non sopportano l'amore...