Caterina,

ho l’anima intrecciata oggi.

Come avesse nodi, come avessi perso il filo, come se l’illogico fosse diventato logico.

Le mani tremano quando lascio andare il cuore dove vuole.

Capita quando l’amore manca da tempo e l’attendo come uno scopo inseguito per trovare pace.

Ma appena lo vedo avvicinare fuggo.

E allora ho voglia di scrivere a te, mia sconosciuta Caterina.

Scriverti per come posso, per come mi è concesso. Scriverti per come sento, per quello che non so trattenere. Scriverti di ciò che si è annodato, di quello che non so sciogliere e che invece vorrei pronunciare in modo ordinato, molto più di quanto abbia il coraggio di scrivere qui. Ma senza spedire.

Caterina, tu non mi conosci ma lo devi sapere.

Da sempre fuggo quando sono nell’angolo o con le spalle al muro.

Detesto non avere scelta, e detesto averne troppe.

Scrivere a te, senza spedire, serve a questo: evitare di dire, di lasciarsi andare; evitare di soffrire o far soffrire. 
E così faccio oggi: ti lascio i mie pensieri qui, senza cercare un filo conduttore.

Solo così della mia anima faccio tabula rasa. 
Li scrivo qui ma non sono per te.

E quando li avrai rimessi in fila, li annoderai per dargli forma e ordine diverso da quello che saprei dargli io appena pensati o pronunciati.

E’ questa la mia fortuna di oggi, è questa la mia terapia. Scrivere a te, per restare in silenzio. 

Imparo l’amore così; scrivendo una pagina al giorno come in prima elementare, ma senza parlare, senza respirare, come imparassi l’amore guardando in faccia alle parole, quelle che più mi fanno tremare. Lo faccio prima che si possano spegnere.

Il mio cestino, Caterina, è pieno di pensieri che non si cancellano.

Ne ho troppi e spesso si confondono.

L’amore è sempre stato una lotta: amore ricevuto e amore concesso, amore inseguito e amore atteso. Quasi che una forma ne escludesse l’altra in un dialogo tra sordi e ciechi.

 

Provo a spiegarti, Caterina.

Quando sono amato scappo; scappano se amo io. Quando sono nell’attesa dell’amore, l’attesa diventa ossessione, e quando credo di trovare l’amore, ho pena perché aspetto l’amore finire. 

Non ho altra scelta all’amore che non sia una scelta di non amore.

Sai, Caterina, ci sono momenti d’amore nati per farne desiderare altri. Amori che sono un bisogno che genera altri bisogni in una continua ricerca di perfezione. Amare mette voglia di fuggire e di restare. Ma l’amore porta al dovere, al momento del pretendere più di quanto si possa pretendere da se stessi. L’amore più grande non dà scelta. Per questo non voglio amare. Per scelta.

In amore non si ha altra scelta che non sia la scelta dell’altro. Ed io ho terrore dell’amore che lega, che spinge, che strattona, di quello che rende schiavi. Eppure vorrei essere capace d’amare solo così.

E in quest’assurdo balletto del volere e non volere, finisco nel gioco del desiderare e del negare, senza trovare pace.

Ho terrore dell’amore, ma non posso vivere senza amore.

L’amore porta bisogno di altro amore; come se l’amore fosse contagioso. 
Capisci Caterina? 
Ma tu sei contagiosa. Sei pericolosa, senza essere minacciosa. Sei amore da non respirare. Sei idea di desiderio e di schiavitù, sei l’insieme di ragioni che vivono di virtù, sei incapace di trattenere, non sai frenare. Sei capace di far sentire l’amore in un respiro affannato, in uno sguardo impaurito, in un sorriso divertito, in un silenzio urlato...

 

Basta per oggi.

Il resto te lo scriverò domani, se mai ci sarà un domani.

 


Penna Libera
Penna Libera
Il marinaio spiegò le vele al vento... ma il vento non capì.

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2 Commenti

  1. Quando leggo un brano così mi perdo. Ci entro dentro, indugio, non vorrei finirlo.
    Non è affatto facile parlare d'amore senza essere banali, ma tu ci sei riuscito.
    Questo brano è per me uno spunto di riflessione.
    Grazie.

  2. Ho ripreso a respirare all'ultima frase, quella in cui rimandi a domani il racconto
    di tutte quelle emozioni che hai dentro.
    Una pagina che è un vulcano di riflessioni messe nero su bianco di un foglio
    che non spedirai mai a una donna immaginaria che ti sta ad ascoltare.
    Mi ha emozionato e piaciuta moltissimo.


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