Lei era un'immagine fissa quel pomeriggio,
lucida sullo sfondo delle pareti arancio chiaro del suo piccolo studio/laboratorio.
Attorno, le piantine piccole e curate nei vasetti in decoupage, pile di fotocopie e libri,
penne colorate che spuntavano da oggettini in pasta di sale che contenevano di tutto,
vivaci stampe di Gauguin fra posters in bianco e nero di films anni '50,
frasi d'autore a cui era particolarmente legata fra foto di gatti e nipotini.
Le tendine leggere verde bosco lasciavano trapelare la sua voglia di quiete.
Sollevò gli occhi verso di lui e per un attimo parve tornare il sole.
Ma presto le ciglia scure s'abbassarono di nuovo, come a proteggerlo ancora.
In quell'angolo di divano avorio che conoscevano bene
pareva più minuta del solito...forse era stanca.
Forse era riuscito a ferirla del tutto, finalmente.
Al punto da renderla innocua.
Quando si chiuse la porta alle spalle, gli sembrò per un istante di respirare dolore.
Stava quasi per tornare indietro.
Poi l'ascensore fu pronto, così ricominciò a scivolare nella sua vita.
All'ennesima telefonata dell'ennesima amichetta, volle nuovamente convincersi
d'essere un vincitore nei suoi colori finti.
Del resto, non era colpa sua.
Non avrebbe mai potuto ripresentarla in famiglia,
una così, che dice sempre ciò che pensa, fino a smontare i pilastri.
E lui aveva detto oramai troppe cattiverie su di lei,
sarebbe stato come sputarsi da solo in faccia,
tant'è vero che aveva nascosto per parecchio tempo
che andava ancora a trovarla,
sia alle amiche comprensive con cui s'era sfogato che
alla sua famiglia.
Doveva sbrigarsi,
sua madre aveva deciso di comprarsi una camicetta con gli sconti quel giorno.
L'ultima volta invece l'aveva fatto tornare indietro
perchè s'era dimenticata gli aghi per la maglia nella sua auto.
Tutte coincidenze, naturalmente.
Come quando lo chiamava continuamente
durante le loro telefonate in cui cercavano di chiarirsi.
Del resto, non dormiva più da lei
da quando sua madre aveva iniziato a sentirsi male di notte.
E lui aveva troppo da fare con la posta del suo pc.
E poi, era stufo di doversi giustificare tramite mille bugie,
lei tanto con quegli occhi da bimba s'accorgeva sempre di tutto.
Non era mai stata in grado di capirlo lei, mai.
Elena Condemi
(Ogni riferimento a fatti e personaggi è volutamente casuale.)
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