"Niki che fai? Ti riprendi la torre?"
"Si papà! È guarita..."
C'è un universo riflesso dove ogni cosa è soltanto apparentemente uguale.
Dove l'onestà si confonde con la latente mancanza di scrupoli ed il buonsenso è vittima sacrificale del malcelato cannibalismo.
Dove l'ingiustizia è un dono naturale e l'astrologia una scienza esatta.
Dove la mimica superficiale di una società narcisista castiga i meritevoli e premia gli stupidi.
In questo universo riflesso il piombo galleggia, i pesci affogano nell'acqua del mare, le vipere imparano a volare e le nuvole strisciano a terra.
Come in una favola senza un lieto fine stamattina mi sforzo nel tentativo di decifrare due realtà che sembrano al tempo stesso fondersi e confondersi.
Sorrido e mi perdo in un universo rovesciato che dal punto di vista di alcuni rimane comunque l'universo perfetto.
Poi di colpo il buio nei miei pensieri.
D:”Ti va una partita a scacchi?”
Il momento più suggestivo ed inquietante nelle mie sedute col Destino è sempre stato l'incontro.
Al materializzarsi del suo pensiero critico ed inautentico, la realtà sembra implodere e rimanere in sospeso.
È in quel preciso istante che la sua voce irreale si impadronisce del silenzio intorno per scandire il tempo al ritmo dei battiti del mio cuore.
Una voce infantile inconcepibilemnte matura arriva criticamente da ogni direzione.
D:”Stai tranquillo, non è vero quello che si dice di me. Che il Destino non ha mai perso una partita a scacchi. Sai, la vittoria e la sconfitta sono solo punti di vista.”
A questo punto dovrei rispondere, ma la mia mente ora sembra l'opera di un artista tossico e sotto l'effetto di stupefacienti mal tagliati con l'inchiostro simpatico.
Penso ad un alfiere che che si muove a protezione di una torre.
Ad un castello di sabbia sul bagnasciuga.
All'ottava meraviglia del mondo.
Alla decima di Beethoven ed all'unidicesimo comandamento che recita: “Almeno stavolta fatti gli affari tuoi”.
G:“Punti di vista? Forse. Tuttavia sono molto stanco e gli scacchi non sono una distrazione adeguata quando l'avversario non è mia figlia.”
D:”Vuoi distrarti? Ti capisco. Con quello che succede nel vostro mondo come potrei biasimare i tuoi bisogni. La ricerca della distrazione è la massima invenzione di voi esseri umani per continuare a tirare avanti. Per fingere di essere quello che non siete. Per fuggire in modo sistematico le vostre paure. Credo che in fondo sia una vostra misera caratteristica quella di far evaporare l'anima.”
È domenica mattina e la prepotenza di certe parole non è certo paragonabile al sapore di un buon cornetto caldo.
Punti di vista dice lui. Vuole vedere come va a finire la partita e non credo sia la sua parte sportiva a spingere perchè questo accada.
Rifletto con la calma di uno scolaro che deve rielaborare in prosa un canto della Divina Commedia, ma senza aver studiato. Maledico prima Dante, poi il mio primo incontro col Destino.
Lo immagino aggiustarsi i pantaloni e, come in un duello alla “spaghetti western”, lo vedo avanzare a rallentatore verso di me, affamato e con gli occhi iniettati di sangue.
Ora l'inferno sembra davvero molto più vicino di quanto abbia mai immaginato.
Colpa di Dante. Copa della mia monotona insistenza o della mia inopportuna voglia di sfidarlo e magari batterlo.
G:”Punti di vista? Dal punto di vista del pipistrello il crepuscolo è l'ora della colazione. Dal punto di vista del Sud, l'estate al Nord è inverno. Dal punto di vista di Ippocrate e Galeno la fame era una malattia chiamata indigestione. Dal punto di vista di un indiano la vacca è un animale sacro e non un grande hamburger. Dal punto di vista della statistica se una persona riceve mille euro ed un'altra nulla, nel computo delle entrate pro capite hanno entrambi ottenuto 500 euro.
Conoscevo un uomo qui a Claviere, un certo Rosch. Dal punto di vista degli abitanti di questa valle era una persona che portava gli stessi vestiti in estate ed inverno, un tipo che non aveva mai caldo e mai freddo. In realtà non aveva nient'altro da mettersi in dosso. È questo che tu intendi per punti di vista?
Dalla tua prospettiva vivere vuol dire giocare la partita con il Destino in uno scontro che mai e poi mai sarei in grado di vincere e dovrei comunque farlo sforzandomi di non uscirne sconfitto. Dal mio punto di vista invece, vivere è giocare una partita a scacchi senza regole, dove ognuno si riprende i pezzi che l'avversario gli brucia e dove l'avversario è una bimba di 6 anni che vuole solo divertirsi con il suo papà. Quindi ti suggerisco provocatoriamente di non giocare con me amico mio. Non pensarci nemmeno.”
C'è sempre una ipotetica sospensione temporale che separa il pensiero dalle parole ed il silenzio che segue è una lenta e profonda incubazione.
D:”Tu non sei certo un giocatore di scacchi, ma ricorda che nella vita esistono sempre due facce della stessa medaglia. Esiste un universo, il suo riflesso ed una scacchiera dove un re bianco sarà sempre opposto ad un re nero. Quello che però ti ostini ad ignorare nei nostri incontri è che la verità rimane sempre una ed una sola. Il fine della partita non è mai vincere, ma giocare fino in fondo anche vedendo cadere i tuoi pezzi migliori ad uno ad uno. Il bianco ed il nero sono le due facce di quella medaglia e non puoi vincere la partita senza comunque perderla. La vittoria e la sconfitta non esistono caro mio, è questo il mio punto di vista. Scaccomatto.”
Lo capisci subito quando una schermaglia è finita e quando ogni ulteriore parola sarebbe controproducente. Anche stavolta ho messo a dura prova la mia resistenza intellettuale con il risultato di sentirmi un perfetto idiota.
Jim Morrison scriveva “Vivi come se ogni giorno fosse l'ultimo e pensa come se non dovessi morire mai”, ma in fondo sarebbe più opportuno dire “Vivi ogni notte come se fosse l'ultima, ma la mattina non sottovalutare la forza dirompente dell'ironia e preparati a rinascere ancora.”
Il sole è tramontato.
E sono felice perchè sono al sicuro.
In fondo questo mio Destino credo sia l'unico amico vero che ho.
Gianluca e i suoi incontri con il Destino... e credo proprio che non sia solo il migliore amico che hai tu... ma anche noi... a saperlo ascoltare!
visto che ti è passato il blocco dello scrittore? 😛