Aveva deciso d’un tratto di andare in cucina a farsi un tè.
S’era voluta stancare quel primo pomeriggio,
così aveva curato le piante del suo giardino una ad una:
strappando con forza e gioia le piccole erbacce, rinnovando la terra bruna
là dove poteva, ed inchinandosi sui fiori teneri come si fa verso un bambino.
Rientrando in casa s’era sentita quasi soddisfatta.
Ma subito quei mobili, di cui la luce velata dalle tende chiare
illuminava dolce le venature di bronzo, l’avevano fatta quasi sussultare.
Come se sapessero ogni cosa del suo tempo.
Testimoni muti di felici sorrisi e poi delle sue lacrime.
Forse l’avevano bevute le sue lacrime, aveva pensato.
Allora aveva scostato una ciocca dal viso e si era diretta verso uno di loro
come per accarezzarlo, a scoprire le note dei sorrisi di un tempo.
Forse avranno assorbito anche quelli, si era detta.
Per un attimo avrebbe voluto tirarli fuori da lì e respirarli.
Poi s’era liberata degli abiti scaraventando la sua gonna sul pavimento,
immergendosi nella vasca da bagno mezza piena come se mordesse l’anima,
cercando avida nel profumo delicato del vapore e nello specchio velato
qualche presagio di felicità.
Forse a volte si piange senza piangere, e l'acqua all'improvviso
ti pare fredda e inutile. O forse proprio per questo.
E mentre ripensava a questo suo modo strano di passare il pomeriggio,
il bollitore l’avvisò che l’acqua per il suo tè era pronta.
- Domani - si disse, spegnendo la fiamma e riannodando svelta
la cintura dell’accappatoio - domani andrà meglio.
Ogni giorno sarà un po’ più facile.-
Elena Condemi
stupendo e commovente!
Elena... mi stupisci ogni giorno, bellissimo anche questo...