Fotogrammi di una vita.

Il pianto innocente. I capricci di un bambino.
La luna a portata di mano.
Uno stuolo di pagine a righe da riempire con vocali in corsivo.
La nutella, la pizza e poi le tabelline. I calci alla palla, i capelli tirati alla più carina della classe.
Il rimprovero di un padre, le prime raccomandazioni di una madre, una sorellina con gli occhi da orientale.
L’anziano e primitivo addio di una persona cara.

Una bicicletta, un ginocchio sbucciato, il sapore amaro di un sentimento non ricambiato.
Il cuore che batte e si rincorre. Secondi, minuti, ore che implodono per diventare quel tempo che è sempre troppo piccolo.
Gianni Morandi che canta "Lo prendi, papà?", Corrado che canta “Carletto!”. Il giappone nei cartoni animati. Fonzie, Star Trek, lo scudetto della mia squadra e poi la coppa del mondo.
Quell’infantile e comune sogno di diventare astronauta o calciatore.
Il Vic 20, l’Atari, il Commodore 64.

La tv in bianco e nero, la tv a colori. Il sesso scoperto tra le pagine di una rivista proibita.
Centomila bombe intelligenti, un milione di disgraziati. Tutti gli occhi del mondo.
I film di guerra. Le guerre di pace, centinaia di nuovi zoppi incazzati e meno geniali di Dr. House.
Luminose stelle da guardare al caldo di agosto, una spiaggia poco nota, due ragazzi innamorati, il mondo nel palmo di una mano e le mani nelle mani.

Una caserma di periferia, una caserma di città, una banca. Wall Street, il crollo di un sogno, grattacieli che implodono. Il silenzio.
E poi potenti sempre più potenti e servi della gleba a decretarne la potenza.
L’amore che finisce, l’amicizia che finisce, un nuovo amore che porta in sé speranze e progetti.
E poi il futuro, la disarmante dolcezza di una bimba, nuova linfa e tanti “ha preso da me".
Una donna forte, un progetto ambizioso, un gioco di testa.

Viaggi, vittorie, sconfitte. Migliaia di amici stipati su server virtuali. Facebook. Antichi nemici. Voglia di nuove amicizie. Mille trasformazioni e mille “non sei cambiato affatto”.
La ricerca di un lieto fine. Gli orsi da salvare. Le tigri da salvare. Le balene da salvare. Il mondo da salvare.
Ventinove. Quarantotto. Sessantotto. Ottantanove. Roma. Torino. Campo de Fiori. Piazza San Carlo. Le montagne.

Un miliardo di gesti tutti uguali, di sogni tutti uguali, di parole tutte uguali, di amori tutti uguali, di mode tutte uguali, di guerre tutte uguali, di sguardi, imprecazioni, furberie, sacrifici tutti uguali.
Contare, scontare, scrivere e descrivere migliaia di sogni già sognati. Migliaia di sentimenti già provati. Migliaia di storie che si ripetono. Che magicamente scompaiono e che spietatamente ritornano.
Migliaia di vite e non ne basta una sola per raccontarle tutte.

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

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6 Commenti

  1. Bellissima Gianlù,soprattutto per chi queste cose come noi le ha vissute e le sente sulla pelle....bravissimo grazie!

  2. e allora ci si accontenta di piccoli fotogrammi per riassumere parte di tante vite vissute in una sola!

  3. Bellissimo Gianluca, tanti piccole istantanee capci di risvegliare sensazioni lontane...
    Bello che questi fotogrammi ci colpiscano e ci lasciano sempre sorpresi e felici


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