Grida nel silenzio

Quella gabbia mai aperta dentro di me.
Lo stridere delle catene, il cigolio incessante delle sbarre di un'impalcatura sospesa per aria attaccata ad un soffitto, a trenta piedi da terra.
Il mio gemello è qui rinchiuso, nessuno lo sente perchè è troppo in profondità, al buio.
In una cella perchè la sua immagine non destasse sentimenti di terrore e di ribrezzo nella gente comune.Quella che incontriamo al supermercato, che salutiamo con la trentaduesima maschera che portiamo, pronti ad indossare il modello numero cinquanta quando andiamo via; perchè ne abbiamo una per ogni occasione.

Ed ogni volta lui è li sotto,non conosce linguaggio e poche volte ha visto la luce del sole.E' spaventato e quindi diventa aggressivo.
Ma con se stesso, perchè non conosce il bene e il male, vive di sensazioni.
Si lacera la pelle con i denti e con le unghie, dopo tanto tempo passato in gabbia non può sentirsi parte integrante di questa società.
È un disadattato, con le ossa piene d'umidità e ferite che gli coprono tutto il corpo.
Ogni tanto rischio, provo a portarlo su con me, gli do la possibilità
di imparare a sopravvivere e di abbandonare quel posto malsano, che
ci rimette di salute rischiando di rimanere isolato per sempre.
Ma lui grida, forte, gli si gonfia la giugulare e comincia ad emettere suoni senza senso, come un animale in cattività privato della sua libertà.

"Urla,grida nel silenzio!Nessuno ti potrà sentire!Lo sai che solo io avverto
il tuo dolore. Come faccio a lasciarti libero,a spezzare le tue catene,
a mostrarti! Subito qualche cecchino prenderebbe la mira facendoti fuori!
E non posso permettere che ciò avvenga! Moriremmo tutti e due! Siamo legati
da un cordone ombelicale che non può essere tagliato. Ho giurato di prendermi
cura di te e lo farò. Ma tu non mi aiuti. Detesti qualsiasi cosa ti si presenti
davanti, la distruzione che porti dentro di te è un istinto a me incomprensibile.
Eppure ti commuovi vedendo volare una farfalla fuori da una finestra, scampata
a morte sicura. Ami vedere i bambini fare un girotondo nel prato e guardare
incuriosito una ranocchia saltare in uno stagno. Forse in un'altra vita avrai
la libertà che ti meriti, forse rinascerai con le ali o forse mai più.
Penso che questo non sia il tuo tempo; non è il nostro tempo."

I rinforzi alle caviglie stanno cedendo e il collare piantato sullo schienale di legno reggerà ancora per poco.
È ora che ti riporti giù, dove al buio potrai riposare. Qui ci penso io.
Dimenticavo, ti ho fatto un regalo. Un televisore 42 pollici appeso sulla parete
centrale del cuore. Ti ho comprato anche un dvd, ti voglio far vedere un cartone
animato: "La bella e la bestia". Decidi tu quale vuoi impersonare, li sotto puoi essere tutti e due. Libero da ogni preclusione. Scommetto che ti piacerà, sicuramente.

poeta solitario
poeta solitario
Sono passato,un pensiero ricorrente,quel senso di vita nuova che mi pervade vedendo il disfacimento del mondo che fu, in un tempo non mio. E' proprio quando tutto sembra perduto che bisogna affrontare la fine col sorriso,perché ogni fine è semplicemente l'anticamera di un nuovo inizio. Nato nel 1977 l'8 di Febbraio dopo varie passate continuo la ricerca del mio amore perduto e del mio vero Io.Ho appena pubblicato la mia prima raccolta intitolata "Sensazioni d'Autore",un viaggio interiore nel tempo e nello spazio scandito da note poetiche e narrative.

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