Tornerò, ti do la mia parola
mi siederò qui e tu potrai finire
di raccontare la mia storia
siamo partiti in settantotto dall’inferno
di Al Zuwara
nel punto concordato dove il mare
si ammassa vivo e morto
di quel colore
che sembra intraducibile come il dolore
dove l’acqua oscura t’accerchia e t’osserva
fino a che il tuo occhio vede
e al mattino presto si incontrano squadre
di uomini trafficare
architettando la tua salvezza o la rovina
quel che ho visto quando siamo partiti
è inventato non è reale
il mare stretto intorno agli occhi come
un acquerello a inchiostro scuro
un laccio emostatico un garbuglio
di stracci e di ferite
e presto il motore è scivolato in mare
per sette giorni e sette notti
a naufragare
narcotizzati dalla sete
costretti l’uomo all’uomo a darsi
il sangue ed il sudore a battersi
coi flutti incontrollati enormi
del metallo marino che squarciava
la gola e gli occhi
a sentire donne imbottite di feti
abortirsi la vita
finché imbavagliata la bocca abbiamo visto
sotto la luce scomparsa di dio un motopesca
maltese
Madonna di Pompei
ed è come se fossimo venuti a caritare
il vetro sabbiato della liberazione
uno sputo di vita un boccone
ma a che serve che io adesso vi chieda
se avete paura di me
di un morto in meno nella pioggia del mondo?
avete sprangato le porte
che solo le bombe delle vostre avarizie possono
far luccicare
Roma cristiana nel buio
il cuore d’Europa nel buio
benvenuto su word shelter Andrea
felice di averti qui come sai...
Benvenuto Andrea.
Ciao Andrea, ben trovato anche qui