Ci sono notti in cui ho la netta percezione che esista un meccanismo alieno nascosto sotto al mio letto, qualcosa in grado di spingermi talmente in alto da farmi sfiorare il soffitto.
Un sistema apparentemente perfetto che si accende nell'istante esatto in cui il sonno si impadronisce dei miei pensieri.

Il meccanismo alieno è uno strumento di religiosa tecnologia che non fa paura, ma inquieta.
Il meccanismo alieno non ama, non odia e non ha un libretto di istruzioni, è un insieme puro di paradossi irrisolvibili e completi.
Il meccanismo alieno consente di sognare il futuro, il passato e soprattutto il presente.
Il meccanismo alieno è il tempo in sé che costruisce il mio mondo un secondo prima di aprire gli occhi, per distruggerlo nell'attimo esatto in cui li richiudo e mi addormento.

In quella frazione di storia che dura il tempo di un sogno, il meccanismo alieno disallinea le rotazioni dei cieli e dei pianeti, centrifuga la materia per creare tutto lo spazio possibile che poi irradia di contaminante fantasia.

Il meccanismo alieno rielabora la realtà del giorno all'interno dei miei sogni. Sogni che spesso non ricordo.

Nel mio sonno senza memoria, le sillabe e le parole si confondono come a voler creare un linguaggio nuovo, drammaticamente privo di alcuna grammatica. Ed io non faccio altro che rielaborarlo alla costante ricerca di un significato nascosto:
"..frapposto il siffatto sonno, al contrario tre per tre uomini energicamente, ma non testa a testa. Seduti in spirale che non da fastidio, sì o no, forse gira male che alla sintesi conducano vincente il bianconiglio..."

Il meccanismo alieno ha prodotto un altro discorso meravigliosamente insensato. Un concetto paradossalmente illogico, inconfutabile e quindi perfetto.

Ma la traduzione è chiara:
"...il bianconiglio mi conduce all'interno del mio sogno alieno, dove nove persone giocano a carte. Un gioco antico dove vince chi, anche mediocremente e con il consenso della fortuna, è il solo in grado di mostrare la carta giusta."

Sogni. Sogni. Sogni. Roba da dormirci sopra ancora per un po'.

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

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6 Commenti

  1. sogni sogni sogni... sono il mio pane quotidiano, anzi notturno... ma ammetto che i più belli sono quelli ad occhi aperti!

  2. Ciao Gianluca..con te Freud sarebbe vissuto di rendita..
    ;-))

  3. ah ah ah..
    quanti calci per farlo partire il caballero 50 !!!
    ;-))

  4. ... si potrebbe quasi formulare l'ipotesi di un esperanto alieno... (^!°) Ciao Gianluca, ottimo scritto!

    • Ma grazie! Spero, in quel caso, che gli alieni abbiano almeno un'estrazione umanistica :))))))


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