Sorridevamo, quella sera all'uscita del ristorante cinese.
Io mi tolsi una scarpa su un gradino,
tu guardasti i miei tacchi alti con tenerezza.
E poi la linea delle mie gambe celate dal vestito.
Continuasti lento sino al profilo del mio viso.
Comprendesti che fu un caso
la stanchezza delle mie caviglie
sul marciapiede sconnesso.
Comprendemmo nuovamente che non era un caso
esserci casualmente conosciuti poco tempo prima.
In quella traversa scura poco illuminata,
fra il vociare gioioso dei bambini,
non avevo altro che i tuoi occhi nel mio cuore.
Avevamo tutta la luce del mondo.
Compresi d'un tratto…
cos'è il ramo per la foglia, cos'è l'acqua per il pane.
Così come quando mi prendesti la mano.
Nell'assoluto riconoscerti,
la mia anima riposò per la prima volta.
Elena Condemi
"Compresi d’un tratto…
cos’è il ramo per la foglia, cos’è l’acqua per il pane.
Così come quando mi prendesti la mano."
l'ho provato quando ho incontrato il mio compagno... poi sarà che siamo entrambi giardinieri... questa frase ci si addice proprio. Grazie Elena
Siete fortunati, e mi fa molto piacere saperlo:)
E' raro ormai...non solo incontrarsi...ma anche sapersi riconoscere.
Questa è completamente autobiografica.:)
che spettacolo... questa è una meraviglia Elena..:
non avevo altro che i tuoi occhi nel mio cuore.
Avevamo tutta la luce del mondo.
Compresi d’un tratto…
cos’è il ramo per la foglia, cos’è l’acqua per il pane.
Così come quando mi prendesti la mano.
Nell’assoluto riconoscerti,
la mia anima riposò per la prima volta.