In ospedale non riusciva a fare nient'altro che pensare (3)

In ospedale non riusciva a fare nient'altro che pensare a ciò che, ormai, aveva definitivamente perso. I sedativi che, per i primi giorni, avevano imbevuto ogni suo capillare lo avevano aiutato a non focalizzarsi troppo sul suo dolore; il continuo passare dal sonno ad uno stato di dormiveglia chimico, tuttavia, lo aveva reso irritabile: era incredibilmente fastidioso non riuscire a seguire i discorsi dei medici e delle infermiere per più di cinque minuti.

Una volta dimesso dall'ospedale si rese conto che la sua celebrità gli avrebbe fatto comodo: vari benefattori (così amavano definirsi) gli offrirono un alloggio, dei mezzi di trasporto, uno stuolo di servitori.
Le tante novità che lo investirono gli furono utili, nel primo periodo, a non pensare troppo al suo passato. Una parte di lui, in realtà, avrebbe voluto chiudersi in una stanza e lasciarsi morire eppure, in quel nuovo mondo, anche suicidarsi era diventato maledettamente difficile.
Ricordava ancora il suo primo tentativo: aveva cercato di lanciarsi dal decimo piano di un palazzo. "Sarà veloce e tutto sommato indolore", si era detto. In realtà dopo appena qualche centesimo di secondo la sua caduta libera era stata interrotta: era stato salvato per la prima volta dalla fluidotronica.

I fluidocosi erano stati sviluppati solo nel 2300: un gruppo di scienziati asiatici aveva trovato il modo di vaporizzare delle particelle fortemente magnetiche per poi manovrarle tramite l'applicazione di campi elettrici ad alta frequenza. Nei cinquant'anni successivi i fluidocosi si erano diffusi a tal punto che chiunque considerava impossibile rinunciarvi. Nel 2470, in seguito all'ondata di suicidi causati dalla crisi economica, era stata costruita la prima rete di protezione fluidotronica. Miliardi di fluidocosi erano stati vaporizzati nell'aria delle più grandi metropoli e, all'occorrenza, un gigantesco sistema informatico provvedeva a direzionarli per sventare possibili suicidi.

autore firstbit: Andrea De Iacovo
firstbit: Andrea De Iacovo

Un gioco di scrittura creativa, partito su meemi, a turno si scrive un pezzo di racconto in meme, e chi chiude decide chi debba proseguire... una idea favolosa di firstbit
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... qui il Racconto a staffetta
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