"Tu sei felice?"
"Si credo di si... ma poi non lo so..."
"In che senso non lo sai?"
"Si sono felice ma poi all'improvviso ho paura e la felicità cambia... è come quel gioco... come si chiama?"
"Di quale gioco parli?"
"Hai presente quello dove c'è una struttura composta di tanti pezzetti di legno, se ne togli uno non succede niente... ma poi ne levi un altro e crolla tutto..."
"Ho capito, il Jenga"
"Esatto. La felicità esiste fino a quando esiste quell'equilibrio... poi per quell'unico pezzettino di legno... una volta tolto... tutto crolla"
"Tu devi essere più ottimista; così vivi male"
"Si è vero... così vivo... vivo in una continua ricerca di quel pezzettino di felicità che non potremo mai scoprire fino a quando non ci verrà tolto... e crollerà tutto"
"Allora cosa farai? Vuoi vivere aspettando quel momento?"
"... Non potrei vivere altrimenti"
Stefano Crifò
Stefano Crifò
Purtroppo la ragione serve a poco laddove si parla di emozioni e sentimenti... l'istinto vince sempre.
Davvero toccante.
Credo che 350 gradi di possibile felicità da abbracciare in vita possano, alla fine, essere un buon risultato di cui accontentarsi.
la nostra mente fa giochi perversi e ci fa perdere il controllo dei nostri pensieri e delle emozioni..
per me è importante riconoscere il "gioco"... questo mi permette di cambiarlo o almeno di provarci...
mi fa venire in mente la canzone di Dalla...
comunque penso che dovremmo riuscire a goderci la felicità un po di più, ma anche che se quei pezzettini di legno non crolllassero mai forse la vita sarebbe di una noia mortale