A volte l’unico modo per conoscere veramente qualcosa è diventarlo. A volte mimare ciò che non si è, anche solo per poco, ci fa capire chi siamo veramente. A volte si può scegliere di essere diversi, a volte di diventarlo. Sempre si può scegliere…
Pensieri su pensieri, eppure non si smuove nulla. Mi sento bloccato. Teoria… e pratica, due mondi così distanti... e oggi più che mai, soprattutto se non si riesce a fare un passo. Ecco, semplicemente non mi va di fare niente.
Non dovrei avere tutto a questo punto? Il lavoro che ho sempre desiderato, la casa che ho sempre sognato, si… tante piccole cose che pure lasciano ancora al tempo la libertà di essere riempito…
Stimoli… è una droga…
Voglio di più…

Non riesco a stare a casa. Sicuramente non oggi. Vacanza, ozio? Nella prossima vita forse. Mi devo muovere. Per fortuna ho l’avanzo di pasta di ieri. La prassi della doppia porzione funziona sempre. Ci sarà sempre un momento prossimo in cui ciò che è solo un avanzo diviene necessità. Già. Anche l’evoluzione si basa su questo. Nulla è a priori un avanzo, nulla uno scarto. E’ dall’inutile, dall’errore, che nascono nuove possibilità. Anche noi siamo nati da un errore. Eh eh.

Ok. Appena due minuti di microonde, due di forchettate e lo stomaco è appagato. Torno in laboratorio. Ormai mi sento più a casa lì. Dovrei portarmici un letto, soprattutto in questo periodo. Tanto il mio cervello è lì che rimane. L’unica funzione reale di questo luogo è quella di accogliere il mio corpo, vuoto di cervello, quando il sonno ne entra in possesso. A quanto pare il signor sonno non è in grado di difendere il nostro corpo e così dobbiamo prevenire noi il problema, costruendoci intorno delle difese, contro l’altro, contro l’intorno, un supercorpo in cui il noi si estende a delle cose. Perché? Bah.
I pantaloni beige non sembrano puzzare. Li posso mettere anche oggi.
Metto le scarpe.
La funzione del sonno è solo quella di separare il tempo in razionali scompartimenti definiti, fornendoci un ritmo e dei confini allo stesso tempo. Dormo troppo e male e quindi inutilmente. Vorrei che il mio tempo fosse un continuum. Vorrei non dover fermare le mie lancette per una sosta obbligata. Vorrei libertà di scegliere quale sia la notte e quale il giorno. Troppi vincoli, troppi condizionamenti.
Mi lavo i denti, le ascelle. Una botta di deodorante anche ai pantaloni non può fargli male.
Cappotto.
Chiavi.
Esco.
Forse un caffè potevo anche farmelo.
Passo spedito.
Mi tasto il petto, i fianchi, in cerca di qualcosa…
Il portafoglio. L’ho dimenticato!
Per fortuna me ne sono accorto subito stavolta.
Torno quasi correndo a casa.
Era nell’altro giaccone!
Ci deve essere una connessione, ci deve essere. La nostra autocoscienza non è mai piena, e non può esserlo, semplicemente perché forse siamo solo una fase di qualcosa di più complesso, come gli spermatozoi ad esempio sono una fase della nostra vita, apparentemente più semplice, eppure dotata delle nostre stesse potenzialità genetiche, seppure inespresse. Hanno coscienza gli spermatozoi? Chissà? Forse di sé, sì! Ma come potrebbero averne di quello che erano o diventeranno? Come possono sapere quindi chi sono veramente?
L’unica cosa che è costante sempre sono i geni, gli immortali geni, immortali almeno fino al primo errore ovviamente. Tra essi troverò la risposta.
Chiudo la porta.
Le chiavi…
dentro casa!
Cazzo.

RickMor Pan
RickMor Pan
Oggi sono un ricercatore. Quando sarò stanco di cercare scriverò ciò che ho trovato. Nel frattempo ogni tanto scrivo... Sono tante cose e forse nessuna per davvero. Ma fare ciò che si ama sempre è più che abbastanza no?

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14 Commenti

  1. ...dando un occhiata alla cartella "carta incompleta" c'erano 4-5 righe di un incipit per una delle tante idee incompiute. Stasera le ho estese ad una pagina ed eccole qui.

  2. un turbine di pensieri senza sosta, continui ed estesi al tutto ritornando sempre allo stesso punto. Sarà forse perché in qualche modo mi sono rispecchiata nel modo in cui hai narrato questi pensieri e così alla fine mi hai strappato un sorriso.

  3. Grazie Karen e Mariella!_...ho cercato di delineare un personaggio, prendendo spunto ovviamente anche da alcuni aspetti autobiografici ed estremizzandoli. Magari tra qualche anno ci ritorno su uno dei miei abbozzi di libro e provo a concretizzare qualcosa

  4. aspetto il secondo capitolo!

  5. ...grazie michela! magari fosse così facile 🙂

    • già non è facile ma sappiamo che tu sei bravissimo a creare storie lunghe... e anche io aspetto nuove di questo personaggio...

  6. Mi associo a Michela ... dai. Eh eh :))

  7. A questo punto mi associo anch'io! Bello questo stream of consciousness! (Ho esagerato??? Vabbè, diciamola alla romana: che caciara de pensieri! :P) ciao Rik!

  8. ...il problema è che questo non è un libro che sto iniziando, è un'idea di libro che ho razionalmente abbandonato (almeno per ora) perchè per quello che avevo in mente ci volevano troppo tempo ed energie (e studio).
    ...facciamo così, magari posto altri due incipit di libri che in teoria sono più avanti e mi date un parere...
    oppure chissà, magari invece continuo la storia del paranoico dei messaggi a scadenza 😉

    • Caro Riccardo, che fai ci lasci così? scrivi capitolo 1 e poi te ne lavi le mani??? Posta anche altre cose e i pareri arriveranno eccome... ma ti prego non lasciarci così... 😉

  9. grazie Karen! ...prima o poi lo riprendo. ieri m'era venuta anche l'idea giusta ma non è coincisa col giusto momento... è strano il rapporto che si può avere con la scrittura. Apri una porta e può uscirne un fiume, ma se non la apri per qualche motivo al momento giusto di quell'acqua può presto non rimanere neanche goccia.

    • e sì sai quante ispirazioni mi perdo anche io per strada, in macchina e la notte quando non mi va di alzarmi per scrivere!

  10. non so... forse alcune cose devo essere solo sognate.
    Alzandoci le inquineremmo troppo di noi privandole della libertà di sciogliersi libere.
    Alcune cose sono forse fatte solo per passare. Anche quella è libertà.
    Certo... se ogni tanto non ne afferrassimo qualcuna per le orecchie con la mano e non la sbattessimo nel reale saremo come chi solo aspetta sul bordo del fiume il passaggio del corpo del suo peggior nemico. Ce moriremmo da soli de fame e de freddo!


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