La giovane editoria

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

Continua il nostro viaggio nella piccola e giovane editoria nostrana quella che ha il coraggio di credere nei giovani autori, di pubblicarli quella che cerca di salvare la nostra letteratura specie quella di genere. Oggi mi soffermo su due titoli interessanti: Le Nove Stelle di Marco Siena, della Butterfly Edizioni (pag 196 € 14,00), e Gioie e Sapori di Sergio Oricci, edito dalla Casa dei Sognatori (pag 113 € 9,70).

In Le Nove Stelle la storia si svolge in un’imprecisata località di mare, potrebbe essere in Italia come in qualsiasi parte del mondo, dove il nostro protagonista Chris si è rifugiato per passare due settimane di ferie a ridosso di Capodanno. Chris è un giovane dall’esistenza grigia e un po’ apatica che è stata rischiarata solo dalla luce della bella Laura dal crine ramato. Solo che adesso quel sole è sparito, senza una ragione né un motivo, senza niente. E Chris si sente un buco nello stomaco, un vuoto nella testa e non capisce più niente, come nella splendida canzone di Cocciante Quando finisce un amore, e per fuggire da questo vuoto torna nella casa delle vacanze di zia Molly. E in questo clima di desolazione la sera dell’ultimo dell’anno, in discoteca, rincontra Rusty un vecchio amico d’infanzia il quale decide di movimentargli un po’ la vita. Chris lentamente inizia ad entrare nel mondo del suo amico fatto di birre, droghe, serate in discoteca che terminano in ammucchiate e partite a poker truccate. Sarà una lenta discesa nella perversione che il nostro protagonista affronterà con ritrosia. A rendere tutto più complicato e misterioso ci pensano le continue apparizioni di Laura che dice di esser lì per aiutarlo. Chris si troverà in situazioni che hanno sempre più dell’incredibile sino ad un finale quanto mai sconvolgente. Da questa storia ne uscirà un uomo diverso più maturo che ha fatto pace col suo passato e che porterà per sempre sul braccio un tatuaggio con nove stelle, che rappresentano le vite di un gatto, di cui tre sono annerite…

Le Nove Stelle è un libro doppio per due ragioni: in primis perché la parte iniziale ricalca il romanzo di formazione e intimista ma termina con toni sovrannaturali e cupi; in secondo luogo per il modulo narrativo diviso tra la terza e la prima persona quella di Chris che ricostruisce la sua vita sino a quel fatidico Capodanno. Definire il lavoro di Siena unicamente come un thriller potrebbe essere fuorviante, come dicevo in esso vivono tante anime e tante sfaccettature, ma a mio avviso esso è prima di tutto una storia d’amore, di quell’amore in grado di vincere anche le frontiere della morte, di quell’amore che da un senso alle nostre esistenze e, come disse il Poeta, “move il sole e le altre stelle”.


Gioie e Sapori
è un libello terribilmente simpatico. Uso questa espressione poiché una parte di esso ha dei risvolti quasi buffi ironici, ma nella sua essenza finale è terrificante. Ci troviamo a Boccamare di Sotto, paesino dall’imprecisata collocazione geografica, uno di quei luoghi dove tutto è uguale, dove non c’è nulla di nuovo e ogni giorno è uguale all’altro. Una località che richiama molto i letterari Fontamara, Eboli e Bresciello. Qui il vecchio negozio di dolciumi Caramelle, gestito dall’arcigno Signor Contri, chiude i battenti. Per fortuna ci pensa Corrado Pratt, misterioso alchimista del gusto, a rilevare l’attività e a dispensare gioie e sapori alla fedele clientela.

Difatti i suoi dolciumi sono prelibati, scatenano in chi li assapora sensazioni uniche, tant’è che c’è sempre una gran fila davanti al negozio e la gente viene anche da fuori paese per assaggiarli. In questo frangente si incrociano le vite del piccolo Riccardo dalla erre moscia, vittime delle angherie di Rocco, e Angelica che si strugge d’amore per un suo coetaneo. In mezzo a questa normalità, fatta di amori inconfessati, bullismo e chiacchiere paesane si riversa l’orrore. Un orrore sottile fatto di allucinazioni, cannibalismo e follia che ha come unico scopo una truculenta e dolcissima vendetta vecchia di secoli.

Gioie e Sapori è un romanzo di confine che unisce una prima parte leggera e intimista, con tanto di battute sul nome del paese Boccamare, anche se il mare è lontano km, di Sotto anche se non esiste un Boccamare di Sopra, con un crescendo finale di orrore e violenza con un tocco di Lovecraft. Ci sono inoltre numerosi omaggi e letterari e cinematografici a partire da Pratt che è un po’ Willy Wonka, un po’ Sweney Todd e un po’ Leland Gaunt. Anche l’ossessione per i dolci che colpisce i villici richiama quella di The Stuff il gelato che uccide.

Non mi sento di aggiungere altri miei commenti sull’importanza della letteratura di genere poiché rimando a quanto ha scritto Aldo Moscatelli nella sua bellissima postazione che è un esempio di telepatia letteraria.

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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3 Commenti

  1. Grazie Vito per la recensione. Ottima analisi, e hai notato una cosa che pochi altri hanno visto 🙂
    Marco

    • GRAZIE A TE HO SCRITTO QUELLO CHE SENTIVO E QUANTO I LIBRI MI HANNO TRASMESSO

  2. Grazie per il tempo che hai dedicato a Gioie e sapori e per la bella recensione. La postfazione di Aldo Moscatelli è bellissima, concordo con te.
    Sergio Oricci


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