"La fede comincia appunto là dove la ragione finisce. " (Sören Kierkegaard)

Dibattiti. Discussioni. Affermazioni contrapposte indotte e ricorrenti.
Come un improbabile personaggio partorito dalla mente di Ken Follet eccomi pronto a difendere la mia verità, sempre preparato a schierarmi di fronte a quelle persone che non sembrano averne una propria. Cosa vuol dire verità? E soprattutto ne esiste una che si può definire “pura”?

Attualità, Cronaca, Economia, Politica, Scienza, Medicina ed ultimamente anche la Storia sono oggetto di un continuo revisionismo, a volte documentato, altre volte però solo legato ad una mera opportunità o ad interessi di parte. Ogni giorno migliaia di informazioni si rincorrono in rete zigzagando tra puntuali smentite ed improbabili conferme, a chi dare ragione? Credere o non credere a “chi” o a “cosa”?
E che cos’è la verità? Dov’è e chi può vantarsi di averne sempre una pronta? Ne esiste sempre una nascosta a metà strada tra due affermazioni contrarie?
Eppure se quando scaldo il latte lo faccio con prudenza, è perchè ho una vaga idea di cosa succede. Se non gioco con il phon nella vasca mentre faccio il bagno ci sarà un motivo. Esistono verità soggettive per tutto quello che si ritiene essere vero, in base ad esperienza, conoscenza o scelta. Quando faccio affermazioni del tipo “Totti è il miglior calciatore del mondo” o “questo è il piatto di carbonara più buono mai cucinato” è chiaro che sto sottolineando un pensiero soggettivo ed è una mia verità che non deve necessariamente corrispondere a quella di qualcun’altro. Si tratta solo di conclusioni di una mia personale elaborazione.

Ci sono poi delle verità che potrei definire oggettive e sono tutti quei discorsi che dovrebbero scaturire solo dal riscontro di un qualcosa su cui nessuno può assolutamente disquisire. Non contano le opinioni di alcuno e se affermo cose del tipo “il ghiaccio scioglie al sole”, sto dicendo una verità oggettiva, frutto di un’esperienza comune, pienamente verificabile, come un calcolo matematico. Se dichiaro, invece, che in hotel la toilette è in fondo a destra può essere una verità oggettiva, se tutti stiamo guardando nella stessa direzione, ma diventa assolutamente relativa se uno si trova dall’altra parte del corridoio. Ecco che l’oggettività assume i contorni della relatività e la verità non è più la stessa perchè i punti di vista cambiano.
Se un marito lavora tutto il giorno ed una moglie invece è impegnata a casa ecco che si ha a che discutere su uno stesso concetto di verità relativa e ci si scontra nel vano tentativo di trasformarla in oggettiva. Roba da farsi venire un bel mal di testa.

E poi, beh. Ci sarebbe la verità assoluta. Un dogma legato a valori universali, collegati con la morale, ma molto più spesso con le religioni ed è qui che spesso le persone finiscono col confondersi.
Se io ed un mio amico stessimo facendo una chiacchierata per la strada ed un operaio si trovasse a verniciare un balcone all’ultimo piano di un palazzo alto dieci piani sopra di noi, chi tra i tre avrebbe una visione migliore su quello che succede in fondo all’isolato? Sicuramente l’operaio, ma questo non vuol dire che sia necessariamente un Dio e che le sue verità siano assolute. Per esempio ignorerebbe il gusto del caffè che abbiamo appena preso al bar o il colore degli occhi della donna che ha appena attraversato la strada.

Ci sono arrivato forse partendo da molto lontano, ma sono giunto al dunque. È l’accettazione di una verità con la mancanza di riscontri oggettivi assoluti a trasformare ogni azione in un atto di fiducia e questo succede solo nei rapporti tra persone che si vogliono bene.

La fiducia e l’amore che si compenetrano sono gli unici valori fondamentali in una società dove anche la fede per un Dio si trasforma nella maggior parte dei casi in fanatismo puro.
Sapere cosa sia la verità? Non mi interessa. Credere in Dio? Non è affatto importante.
L’affidabilità delle persone che amo è tutto quello di cui ho bisogno ed è il sorriso di mia figlia l’unica religione che conosca.

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

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4 Commenti

  1. Perchè tu hai una figlia...

  2. già... ed è vero anche per me... nel sorriso dei miei figli trovo tutto ciò che conta


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