Folgorata da certi pensieri che sono fascinazione,
un periodo acerbo che si accumula sotto le labbra
e la notte è avara, ti sorride con denti marci
e non resta che piangere l'addio.
Ho sorriso per i profumi, l'alba saccheggiata
e le tue mani a coppa sui seni, ma ora mi ritrovo
povera di ruggine per questa orda di dolore
che inebria la mia bocca, il sorriso si fa perso,
un viaggio di costole nere,
e pelle aperta in un saluto che manca.
L'inverno parziale del tuo occhio, Lazarus,
percorre la mia pancia e ti ritrovo contro il muro
a fine discorso, domani l'alba sarà rossa
e il nero dei miei maglioni sarà mescolato
alla saliva che non conosco più.
Morfea
[io vado verso.
e non tremo scendendomi]
Brava. Ferocemente carnale. Ciao.