Lettera aperta a Luca Lippera

Caro Luca,
ti chiedo di scusare il mio tono confidenziale dovuto forse al fatto che entrambi siamo iscritti all'albo dei giornalisti.
Sai, io e te siamo quasi uguali, tu probabilmente sei da sempre un appassionato di questa professione, fai parte della grande famiglia della carta stampata e diciamolo, i giornali rappresentano un po' l'elite della categoria. Giusto?

Io non occupo un posto importante nel panorama giornalistico, il "mio spazio" è solo un freddo blog! Un luogo dove faccio delle parole il mio passatempo, senza trarre da questo alcun utile.

Sono un dispensatore di dubbi! Esprimo ciò che penso e quando non ho nulla da dire, riesco addirittura a rimanere muto.
E' una delle mie doti migliori.
Tante domande senza risposte preconfezionate. Per me solo risposte attendibili, od in alternativa il silenzio.

Poi ci sono poi momenti in cui, in silenzio, proprio non riesco a stare.
Ho letto il tuo articolo e l'ho fatto con la morte nel cuore, perchè ho la fortuna di essere un amico di Massimiliano.

Vorrei avere da te una risposta sensata. Le risposte sensate sono la normale conseguenza a domande sensate, e la mia domanda è:
"Cosa fa scattare nella testa di un giornalista quella molla che fa scrivere, senza minimamente preoccuparsi se ciò che è stato riportato corrisponde a verità?"

Il fatto è chiaro. Un uomo è stato investito e qualcuno pagherà.
Ma tu hai iniziato il tuo articolo e liquidato il soggetto Massimiliano definendolo un transessuale od omosessuale abituale, realizzando il tuo pezzo con irritante ilarità e senza avere la minima verifica delle informazioni.
Che importa se poi si distrugge gratuitamente la reputazione di un collega.
Un uomo che forse meritava il beneficio del dubbio e di essere sentito a riguardo.

A sentirlo ci ha pensato il GIP che ne ha disposto l'immediata scarcerazione ieri pomeriggio, ed in attesa del processo Massimiliano ora è un uomo libero.
Ma la dinamica, adesso sai, che non è quella raccontata nel tuo pezzo de "Il Messaggero" e sarebbe giusto che anche chi ha letto il tuo scritto se ne potesse rendere conto.

L'articolo è viziato da una colpevole indifferenza nei confronti dell'informazione e da una mancata ricerca della verità. Ma capisco. Probabilmente, a quell'ora di notte, la verità riposava e forse per questo, poche rivelazioni facilmente recuperabili da personaggi per lo più anonimi, hanno contato più della verità stessa.

Mi chiedo ora quale sarà il tuo articolo di un prossimo domani. Tiro ad indovinare:
"Cannoni Arrugginiti sparano dal Gianicolo e feriscono un ausiliare del traffico alla Magliana ?"
"Reattori di Aerei precipitati nell'oceano contribuiscono allo scioglimento dei ghiacciai in Antartide?"

Centrifugare pensieri ad occhi chiusi non è fare giornalismo mio caro Luca, e rovinare la vita delle persone non è etico, è emetico e sbagliato. Equivale ad investire colpevolmente ed involontariamente un uomo, che ti salta sul cofano dell'auto in piena notte, con il solo intento di frantumare il cruscotto a pietrate.

Alcuni amici dicono che nutro una passione segreta per le "paranoie", che adoro i "viaggi mentali", che scrivo per scrivere, non per ricordare, ma per non dimenticare che esisto.
Hanno ragione.
Ma quando scrivo qualcosa o penso qualcosa di una persona, lo faccio acquisendo il maggior numero di informazioni possibili, lo faccio riflettendo, calcolando che ogni minimo errore o valutazione superficiale potrebbe in qualche modo generare una serie di conseguenze lesive nei confronti di un "qualcuno" qualsiasi.

Sì.
E' come in una partita di poker, ed a poker più informazioni possiedi, più sei vincente.

Termino scusandomi e spero che queste mie righe non ti abbiano in qualche modo offeso. Ma la notizia deve nutrirsi di verità, se si nutre di superficialità muore e persone soffrono senza motivo.
Spero tu ne tenga conto per il futuro in situazioni analoghe.

Gianluca Marcucci
Gianluca Marcucci
L'anno di nascita è un enigma: Il numero degli sbarcati con Garibaldi, moltiplicato i figli della Lojelo, sottratti gli apostoli, moltiplicato il modello della fiat più venduto nella storia, sottratta la maggiore età, per il numero dei moschettieri, diviso i punti cardinali. Romano di nascita, piemontese di adozione, imprenditore per passione, giornalista per definizione e scrittore per gioco. Dicono che sia un professionista del poker, ma la mia vittoria piu' grande è alta circa un metro, fa qualche capriccio e quando sorride mi trasforma in Peter Pan... //poker.sportmediaset.it/wpmu/

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3 Commenti

  1. concordo anche io in pieno


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