Terminare un periodo della propria vita. Uno qualunque.
Voltare pagina.

A tutti è capitato, probabilmente più di una volta. E quasi sempre, nella maggior parte dei casi, ci si ritrova a farlo, a cambiare una parte o tutta la propria vita, senza rendersene conto.
E, a volte, si finisce dopo mesi o anni, a chiedersi che fine abbiano fatto le vacanze estive con la famiglia, il migliore amico, la vita sbighellonata da studente, le domeniche allo stadio, e così via...
Manca un addio, e sembra quasi di avere in bocca il gusto amaro di un distacco, per sempre, non celebrato a dovere.
La parola fine non immortalata in un preciso momento.

Quella volta invece sapeva benissimo quando c'era stato quel taglio netto, e che non sarebbe tornato indietro. Si era bagnato la punta dell'indice e aveva scelto di iniziare un nuovo capitolo della propria vita.
Sapeva che la storia era finita per sempre. Era sicuro delle sue decisioni e della convinzione che, indietro, non ci fossero versi o passaggi che valesse la pena rileggere. O riscrivere.

Ma la certezza adesso non lo rendeva più sereno e più libero. Non ancora...
La memoria impediva alla vita di distendersi senza essere costretta a portare il ricordo di un bellissimo capitolo appena finito e forse la paura di un opera ancora incompiuta.
Facile staccarsi fisicamente; difficile se non impossibile farlo mentalmente...

Era sicuro che non la avrebbe più rivista. Era certo che il destino, o qualche dio, non avrebbe concesso loro un'altra possibilità, nessun altro fortuito incontro.
Eppure sapeva che avrebbe, suo malgrado, continuato ad incontrarla: nelle canzoni, nelle poesie, nelle emozioni, gli odori e le sensazioni che colpiscono all'improvviso. Nei ricordi ancora troppo vividi e lucenti.
Non sarebbero stati rimorsi o rimpianti, ma solo sfuggevoli immagini, fotogrammi di un immediato passato.
Una storia che non si sarebbe sviluppata senza portare il ricordo e le tracce che lei aveva lasciato

Ed allora torna difficile la capacità di farsene una ragione, difficile il riuscire a pensare di non vedere mai più una persona.
Lo è quando questa persona non fa più parte di questo mondo, ancora di più quando invece sta "soltanto" vivendo un'altra vita. Un'altra realtà della quale lui non avrebbe fatto mai più parte, nella quale lui non ci sarebbe stato.
Le persone morte forse vivono per sempre nei ricordi che abbiamo di loro, nei luoghi e nelle abitudini in cui decidiamo di immaginarli. Con il loro volto e la loro immutabile età. Loro saranno li, per sempre...

Dove era invece lei, adesso? Dove stava vivendo? Come avrebbe vissuto d'ora in poi?
E la mente velocemente ipotizza nuovi scenari surreali, mentre quelli conosciuti piano piano scemano, sempre più confusi nei loro contorni.
Instabilità emotiva, incapacità di sapere come andrà a finire quando un colpo di scena rompe la trama. E l'idea, ormai reale, di sapere come la storia sarebbe dovuta proseguire....

Aveva perso lei. Aveva perso l'amica più vera, la confidente più intima, la complice.
Aveva perso la persona che gli aveva fatto assaporare cose ed emozioni che non avrebbe ami immaginato. Che aveva tirato fuori il meglio di lui, che aveva elevato il suo amore a il gradino più alto cui fosse mai salito.
Aveva perso la persona, o l'idea che ne aveva, che aveva dettato parola per parola un passaggio cruciale del proprio racconto. La persona che aveva creduto capace di diventare la protagonista assoluta...
Adesso quella persona non c'era e non ci sarebbe stata. Era lontana, era vicina. Era chissadove voleva lei, ma non era più nella storia....
Non poteva saperlo, forse neanche lo voleva. Ma non aveva ancora un posto sicuro dove poterla mettere...
L'avrebbe ritrovata in qualche altro capitolo?

Aveva voltato pagina, è vero.
E adesso era li, immobile davanti ad un maledetto foglio bianco. Senza parole, senza idee, senza sapere ancora come continuare

Se solo la ragione avesse sempre il controllo di tutto....

Manuel Chiacchiararelli
Manuel Chiacchiararelli
Nato a Roma, nel lontano 1975. Da allora sempre in movimento, prima in Italia, poi in Europa. Fermarsi e ripartire, rimettersi in gioco, fare esperienze sempre e comunque E la scrittura, unico punto fermo nella mia vita burrascosa, mi aiuta a catturare i ricordi... A fine 2011 finalmente ho coronato il mio sogno ed ho pubblicato il mio primo romanzo "Lo Sguardo dei Faggi" edito da Aracne Editrice .

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19 Commenti

  1. Se solo la ragione avesse sem­pre il con­trollo di tutto.…LE SORPRESE SAREBBERO POCHE ANZI NULLE ! PER FORTUNA CHE NON E' COSI :))

    • e soprattutto per fortuna che non lo è per uno scrittore....ma se hai deciso di far fuori dal romanzo una parte, hai anche bisogno di un po di ragione per capire come andare avanti 😉

  2. mi sembra di intravedere nell'atteggiamento del tuo protagonista un po' di paura intervenuta nella fase post decisione...i pensieri che lo assalgono scaturiscono certo da una scelta sofferta...ma quali le motivazioni razionali? perchè lei sempra avere avuto un ruolo molto positivo nella vita di lui...forse che in realtà il collante tra i due non fosse vero amore ma altro? Se mi concedi lo sfogo, vado un po' furi e faccio mia la considerazione finale...se solo la ragione...sarà che mi sento fiaccata da tante amare lezioni impartite dalla ragione alla mia omnipresente emotività... 🙁

    • forse non è paura, ma solo il ritrovarsi davanti ad una storia completamente diversa da quella che lui aveva immaginato, o scelto.
      è come se leggi un bel libro e capitolo dopo capitolo pensi di aver capito come, diciamo, andrÀ a finire... 8senza per questo diventare meno interessante, sia chiaro)
      e se invece alla fine le cose cambiano? non continui a leggere con paura, questo no...forse solo un po deluso che, quella parte importante, non ci sia più :))

  3. Che strana la vita .. ripensando agli anni trascorsi mi rendo conto che è un ripertersi continuo di tali avvenimenti ..Quante volte chiudiamo un capitolo della nostra vita per poi rincominicarne uno nuovo ? E ogni volta quel foglio bianco riverrà riempito di parole piene di passione e di idee ....non rimarà vuoto a lungo ....

    • sicuramente no...uno scrittore (non ricordo chi purtroppo) diceva che è meglio scrivere 20 pagine ogni giorno e poi buttarle se non ci piacciono che non scrivere affatto. forse il segreto di un ottimo libro è tutto li :))
      Ciao Mario e ben trovata

  4. quando si scrive tutto deve avere un senso, ogni accadimento, ogni parola detta, tutto deve portare in una direzione, la differenza con la vita è nel fatto di non riuscire sempre a trovare questo 'senso'... eppure se ci rifletti a lungo a termine... a volte sembra davvero un romanzo, quante volte guardandoci indietro anche ad episodi a prima vista incomprensibili o a cose che ci hanno fatto soffrire abbiamo detto... eppure se quella volta non fosse andata così oggi non sarei qui...
    certo è che nella vita sono di più i momenti in cui NON capiamo... 😉

    • certo, per scrvere un romanzo a tesi. quello per il quale il lettore deve procurarsi o una lobotomia o una bisaccia per tirarsi dietro le balle.... scrivere per me e' ricerca. quando cominci non sai cosa stai cercando. e lo scopri slla strada. scopri te stss e cosa hai vissuto. scopri i tuoi ricordi e scopri cosa sono diventati. scorpi i personaggi che ti vivono dentro. e tante vole devi correre per acchiapparli. qualsiasi altro approccio e' falso, borghese, e masturbatorio.

      • diciamo che parti almeno con un idea di quello che vuoi raccontare, o no?
        Se volevo scrivere la mia storia 20 anni fa sarei morto giovane come jim morrison dopo una vita intensa e veloce...adesso vorrei diventare matusalemme :))
        è normale che non puoi sapere tutto all'inizio, altrimenti non leggeresti e non scriveresti...ma i colpi di scena possono spiazzarti o no? Ci sono per quello...

        • non ho capito.

          • concordavo con te, in parte...
            nel senso che tu dici che quando scrivi non sai cosa stai cercando, io penso che quando scrivi o leggi un'idea sulla storia ce l'hai...poi, è normale, c'è il gusto dell'inprevisto, della ricerca che ti porta a scelte diverse e quindi una diversa storia.
            Se non ci fossero questi colpi di scena, leggere e scrivere sarebbe noioso

    • certo che tutto avrà un senso un giorno, lo sappiamo io e te come lo sa il protagonista di qusto racconto
      solo che si trova in un momento di stallo, in un punto dove non sa cosa scrivere o non riesce a capire che cosa starà per leggere...

  5. ...2 maroni...

  6. Non credo che la ragione abbia un posto nella vita per com'è stata creata.

    Tutto ciò che è ragione è solo il punto di vista umano che inseriamo in qualsiasi cosa, quello giusto, quello che sembra giusto a noi...

    ...ce la siamo inventata la ragione.

    E ne siamo rimasti affascinati come se potesse spiegarci ogni cosa...

    ...ma come potete vedere, spesso e volentieri, non c'è mai nulla che vada per il verso giusto...

    Complimenti per lo scritto.

    N.A.

    • Eppure la ragione è quello che ci differenzia dagli animali..e non so se sia un vantaggio o no
      Poi, anche essa deve arrendersi agli eventi e all'incapacità di trovare spiegazioni.

      Grazie per i complimenti

  7. Allora... di pagine bianche nella mia vita ce ne sono state tante e ce ne saranno... sia letteralmente parlando sia metaforamente parlando. quante volte ho chiuso quel foglio che mi accecava con una delusione dentro...
    non saper che scrivere... con il perspnaggio lasciato a metà e che mi implorava semplicemente di ascoltare ciò che aveva da dire!!!
    Ma io ero fuori fase e la pagina rimaneva bianca perché seguivo i miei pensieri e non i suoi...
    all'inizio c'è una idea... poi però loro (i miei personaggi) scelgono per me... e solo quando è così diciamo che le cose vanno a buon fine... altrimenti prima o poi ecco che mi ritrovo la pagina bianca...

    • i personaggi dovrebbero essere lasciati liberi di muoversi come vogliono, e spesso come tu dici facciamo lo sbaglio di scegliere per loro..o di volerlo fare
      forse per riempire la pagina bianca bisogna continuare a scrivere, sempre e comunque...


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