"Cammino dentro graffianti albori...
le mie notti viaggiano con me in un turbinio che somiglia
all'antica ballata d'una zingara
innamorata in segreto del maestrale.
La mia gonna ruota come fragore di mare.
A volte uso la spuma per disperdere la mia voce...
solo il vento mi conosce.
Chi si sofferma allo scintillio ironico dei miei occhi non capirà mai.
Avete mai aperto lo scrigno del cuore di una zingara?
Sponde di cielo e flussi ambrati.
Miglia di tremule note
intessute di luce e vento.
A volte sembro un petalo beffardo...
ma sono solo un nastro, un filo d'aquilone,
vampa di luna,
cetra di sterminati campi.
O forse una nuda conchiglia senza il mare,
che guarda il mondo spettinato
per capire ancora
ove s'inabissò."
Elena Condemi
(dal mio racconto "Io, Mara, e le altre")
bentornata Elena 🙂
bentornata Elena.
non è facile capire dove la conchiglia di mare s'inabissò, ma almeno provare a capirlo... già si è sulla giusta strada...