Ho finito i sorrisi, quelli di ieri, ne avrò altri domani, ne ho qualcuno qui vicino ancora, ma di quelli piccoli, ora apprezzo le piccole cose. Basta miracoli, quelli fanno troppa luce. Le cose grandi fanno grandi salti e poi grandi botti, non sanno fermarsi. Né alzare le mani, né arrendersi agli eventi.
Ho finito i sorrisi, quelli grandi, incoscienti, quelli che ti mostrano trasparente e che dentro non nascondono niente.
Ho chiuso, con le battaglie perse, col tutto è possibile, con la fede cieca, ho messo gli occhiali e vedo meglio.
Aspettavo maggio, ma maggio non è più arrivato, quest’anno lo segna solo il calendario, è stato un inverno lungo, con qualche breve attimo di respiro, il tempo di asciugarsi e ricominciava a piovere, novembre non è mai finito. Eppure gli alberi sono fioriti.
Ci passerà sopra l’estate e seccherà le foglie, seccherà i ricordi, il dolore diventerà un tatuaggio che smetterà di fare male anche se potrai vederlo sempre e non si cancellerà per niente. Sta cicatrizzando anche se è così difficile mettere davvero quella parola fine.
Come la fine di un bel libro, quando pensi che ne inizierai un altro, quel punto a fine capitolo… è così difficile da inserire.
Oggi sorrido al vento, al ricordo di com’era una volta quando ancora dovevo provare tutto. Sorrido di uno ieri più lontano. Di quando da piccola mi chiedevo cosa farò da grande e ci credevo che da qualche parte sarei potuta arrivare.
Avevo sogni troppo grandi, più grandi di me, pesavano troppo e io che sono rimasta piccola non ce la facevo a tenerli dentro quella mano, dove li crescevo. Me ne andrò, tornerò a casa, l’unica casa che ho, dove sono nata, ricomincerò a guardare il sole e pensare che in fondo solo quello vale. Cercherò di non pensare a quel volo che mi aveva portato lontano, troppo lontano, in un posto da cui non me ne sapevo più andare, da cui non riuscivo più a tornare.
Sono di nuovo qui, smetterò di guardare il mare. Ricomincerò a lavorare, rinuncerò a tutto quel navigare che mi stava facendo naufragare.
Una vita normale, lo stipendio mensile, la settimana di ferie, qualcuno da aspettare che arriva davvero, come te che sorridi e non ti chiedi nemmeno cosa sto a pensare. Non entrerai mai dentro certe pieghe profonde, non vedrai negli angoli nascosti di questi pensieri, ma ti guardo e sei qui, qui, che pensi solo a cambiare canale e mi chiedi cosa voglio guardare. Voglio guardare te, quel sedere perfetto che ti accompagna in giro, le tue smorfie strane, voglio vederti invecchiare e dividere con te le bollette da pagare. Nel bene e nel male.
Adesso spegni la luce. Ho voglia di fare l’amore.
Karen Lojelo
un compromesso o un nuovo sogno da cullare?
forse nessuno dei due, la 'vita' che ti cammina sopra e che non si può fermare...
Incredibilmente vero..
Sorrido perchè me lo sento cucito addosso..
E' ora di farla finita coi treni che passano una volta sola..
che lo prendano gli altri sto benedetto treno..
io mi fermo qui.. e bene che stò !
esatto Jean! 🙂
Incredibilmente vero..
Sorrido perchè me lo sento cucito addosso..
E' ora di farla finita coi treni che passano una volta sola..
che lo prendano gli altri sto benedetto treno..
io mi fermo qui.. e bene che stò !
(la luce deve essere necessariamente spenta?)
:)))
direi di no... 🙂