Lungotevere

Sono appena rientrato dalla cena, ho avuto un importante incarico di sviluppo sul network aziendale, c'erano donne e uomini che mi ammiccavano con fare volgare ed io avevo la nausea.
Fingendo un malore sono scappato via ed ho cominciato a camminare lungo il fiume, bevendo prima birra, poi vodka ghiacciata e un paio di mojito. Lo ammetto ero ubriaco, questo mondo mi fa schifo, mi sono tolto la giacca e mi sono rannicchiato sotto un ponte con una bottiglia di vino in mano.

Volevo essere un signor nessuno, uno zero assoluto, come il tatuaggio che porto sulla mia spalla destra, undici getti d' inchiostro che hanno segnato momenti importanti della mia vita.
Mi metto a cantare insieme ai barboni che curiosi passano con i loro cartoni davanti a me.
Regalo loro un fiasco di Romanella e cinquanta euro, la mia giacca e la cravatta che pesa come una spada dal colletto della camicia.

Vorrei che tu fossi qui, sono forte e fragile allo stesso tempo, cristallo e acciaio in un'unica mistura, amalgama non riuscita per questi tempi moderni.
Grido forte e lancio un vetro contro il muro, io sono un'artista non sono un freddo tecnico software ed hardware di una cazzo di società consumistica di merda!
Si avvicina a me una vecchietta e mi pone uno scialle sulle spalle, mi offre della grappa da discount e mi accarezza il viso.

Le dico che mi manchi, stasera tutte le mie debolezze prendono forma e vorrei scrivere per sfogarmi, avrei bisogno di un foglio e di una penna, di qualcuno che mi stesse realmente ad ascoltare, non solo a sentire, e quella persona sei tu, solo tu.

La camicia è fuori dai pantaloni e la cinta è slacciata, l'anziana donna mi aiuta a ricompormi mentre la ringrazio, le restituisco lo scialle e barcollante mi avvio verso la macchina.
I bar stanno aprendo sono ormai le quattro e mezza. Solo il rumore del mezzo che lava le strade rompe l'assordante silenzio di questo posto.
Sorseggio un caffè e mi accendo l'ennesima sigaretta; avevo bisogno di realtà umana, di disinteresse e di attenzioni, lo sai che quando sono lontano da te mi sento solo con me stesso ed ingaggio una lotta furibonda col mio io.
Arrivo in camera e senza spogliarmi mi butto sul letto, un sonno di morte senza sogni mi pervade, il primo round è finito pari, ho bisogno di te.

Ti amo, domenica sera sarò di nuovo li, aspett... (Morfeo mi strappò via dalla realtà posandomi nudo su una spiaggia deserta, dove riposai beato)

poeta solitario
poeta solitario
Sono passato,un pensiero ricorrente,quel senso di vita nuova che mi pervade vedendo il disfacimento del mondo che fu, in un tempo non mio. E' proprio quando tutto sembra perduto che bisogna affrontare la fine col sorriso,perché ogni fine è semplicemente l'anticamera di un nuovo inizio. Nato nel 1977 l'8 di Febbraio dopo varie passate continuo la ricerca del mio amore perduto e del mio vero Io.Ho appena pubblicato la mia prima raccolta intitolata "Sensazioni d'Autore",un viaggio interiore nel tempo e nello spazio scandito da note poetiche e narrative.

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1 Commento

  1. grande Morfeo!


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