Provavano a coinvolgerla, non sapeva se per caso o appositamente,
ma nessuno poteva.
Ci sono giorni in cui si scivola,
quasi fieri di non aderire a ciò che ci è dato...poiché siamo altrove.

Aveva provato a cantare, intonando una melodia che apparteneva a tempo prima,
a dei ricordi cari, preziosi, ma non era riuscita più di tanto,
più che cantare mormorava storpiando volutamente le parole…
perché lei così si sentiva: storpiata. Volutamente storpiata.

Aveva fatto una lunga doccia durante la quale si era sentita molto sola
e poi indossato un abito verde smeraldo, coi capelli appuntati all’insù,
e quel tipo nuovo era arrivato
e le aveva subito detto odorando i suoi capelli chiari che era pericolosa.
E lei si era sentita quasi arrabbiata…”Non sono mai stata pericolosa”, aveva pensato.

Aveva giocato col pesce nel piatto smaltato,
fingendo un appetito che non aveva, ridendo di vino bianco,
incaponendosi a divertirsi, ma non era allegra.
E la musica era bella, come quel frizzantino che non le era mai piaciuto,
e tutto pareva perfetto, pure il clima quella sera, ma…le mancava il fiato ad ogni istante…
”ma sì, è un’illusione”, si ripeteva.

“Sei bella…” le aveva detto lui…”pallida e bella”
e lei sorridendo aveva detto che era stanca ma sì stava bene,
ed era rilassata e grata di una seratina così…e quasi se ne convinceva pure lei.

Poi erano andati via da quel ristorante di classe,
dopo le piccole fette gentili di torta al limone,
ed altre belle parole di lui,
e un’ennesima innaffiata di buon gusto e di qualcos’altro da bere…
e già l’aria pareva più sana fuori da quel locale.

Ma era durata poco.
Lui le aveva preso la mano e chissà come
si erano diretti non in macchina e non nell’appartamento di lei o di lui,
ma erano rimasti fuori,
fuori a respirare una luna inquieta, anche se si dava arie da gran donna.

Lei si era seduta su una panchina,
e le aiuole illuminate parevano quasi fresche, e tutto pareva quasi vero…
Così volle credere, per un istante...
allora, non sapeva il perché , senza rendersene conto,
l’aveva guardato negli occhi a lungo e poi si era alzata il vestito
aprendo le cosce sollevandole sulla panchina
ed aveva lasciato che lui assaggiasse quel mormorio biondo morbido e leggero,
mentre con la lingua calda la feriva, perché no, non era lui, e lo sapeva.

Cosicché ad un certo punto gridava di piacere odiandolo…ed odiando se stessa,
perché no, non era lui, e lui era con un’altra quella sera.
Ed ancora una volta pensò che si può vivere in tanti modi, e morire in molti più modi.

“Sono pazzo di te” le aveva detto banale e convinto al telefono un paio di giorni dopo…
lei aveva quasi riso.
A volte si può solo ridere…
”Non era tanto male il pesce” aveva risposto distrattamente e freddamente lei,
senza badare agli stupidi giochi di parole.

Elena Condemi

Elena Condemi
Elena Condemi
So solo che mi emozionai incontrando per caso un'Olivetti a casa di mia nonna, e non riuscii a lasciarla più. Pareva conoscermi meglio di chiunque altro. E la conservo tutt'ora, proprio come si fa con la propria vecchia e fedele bambola, con la stessa tenerezza... "Lo sviluppo dell'anima è come una poesia perfetta: ha un'idea infinita che una volta realizzata rende ogni movimento pieno di significato e di gioia." Tagore "Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura." Alda Merini "Non ho scritto secondo ragione, Né per fuggire un destino oscuro, Ma per sedurre le stagioni E piacere all’ineffabile azzurro, E per possedere ogni giorno, Senza smarrimento, senza rimorso, E sino al momento della mia morte, Dei diritti infiniti sull’amore..." Anna De Noailles

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3 Commenti

  1. Ci sono giorni in cui si sci­vola,
    quasi fieri di non ade­rire a ciò che ci è dato…poiché siamo altrove.
    bellissimo passaggio Elena

  2. mi chiedo se Mara ritroverà la sua voce e se smetterà di perdersi nell'illusione della felicità


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