"Troppe Madri bambine,
talmente impaurite dal pensiero di un eventuale "abbandono"
che hanno finito per distruggere le famiglie, basandole su pilastri sbagliati,
invece di nutrirle del vero senso.
Madri bambine spesso a loro volta figlie di madri bambine,
che non hanno mai sciolto il cordone ombelicale,
e che hanno finito, in un eccesso di protezione deviato e deviante,
col tenere dentro il loro ventre i loro figli, in un meccanismo malsano di potere/fragilità/sensi di colpa/
ricatto emotivo/falsa saggezza/verità mal compresa od opportunamente ritoccata,
invece di consegnarli alla vita.
Madri che hanno chiuso, invece di aprire, non permettendo mai la fluidità,
né la vera crescita ed il vero cambiamento.
Donne bambine, che si concentrarono sui figli escludendo affettivamente il loro uomo da tutto questo.
Donne bambine che, e mi dispiace molto dirlo, dai loro uomini erano in realtà amate,
ma verso le quali l'uomo, sentendosi escluso, finì per nutrire rancore.
Questo fu quello che io compresi Mara, e che non mi fu perdonato.
Ma non ero una loro nemica. Avrei voluto aiutarle.
Non capita, venni anzi accusata di cose che non avevo fatto né pensato.
Il vespaio che ne uscì fu incontrollabile.
Ti confesso sentivo invece molta tenerezza per loro.
Perché saper proteggere è una delle cose più difficili, e sbagliare il modo è facile.
Non avevo neppure scelto io di comprendere la verità che stava sotto le cose...
per molti versi avrei voluto farne a meno, credimi.
Ma la vita decise di rivelarmelo, non so perché.
Io non dissi che avevo capito, eppure, nonostante questo,
a quel punto tutto fu diverso."
"Avresti voluto aiutarle...ma chi aiutò te?"
"Nessuno. Nessuno aiutò me."
"E poi?"
"E poi venni esclusa dalla loro comunità, ovviamente.
Calunniata, umiliata, derisa ed esclusa.
Senza volere, avevo messo in dubbio il pilastro fondamentale.
Impossibile da accettare."
"False sacerdotesse..."
"Sì, Mara, pericolose. Non sempre consapevolmente. Il che è peggio."
"Eppure...ho come la sensazione che tu le protegga ancora, in qualche modo."
"Sì, in un certo senso le proteggo ancora."
"Che stai aspettando?"
"Non so...che crescano, forse."
"Mmh...probabilmente non lo vorranno mai."
"Già."
"Avresti potuto fermarle, salvaguardare il tuo giardinetto..."
"Il prezzo era troppo alto.
Tentai di farmi capire, poi scelsi di pagarne uno più alto."
"Perché?"
"Per la Luce. Per dare a me, a te, a tutte."
Le ciocche di Mara sono mosse dal vento.
La passeggiata sta per concludersi.
Ma ha ancora qualcosa da chiedere.
"Cos'è una madre? Lo hai capito, almeno?"
"Non lo so, Mara. Chi ti porta verso la verità, credo.
E ti prepara ad accettarla. Magari anche a cambiarla.
Chi non cristallizza a causa della paura.
Ma soprattutto, chi se lo chiede ogni giorno."
Elena Condemi
(Dal mio racconto "Io, Mara, e le altre.")
-IL RACCONTO "IO, MARA, E LE ALTRE" NON è AUTOBIOGRAFICO, MA FRUTTO DI FANTASIA.
OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONAGGI è PURAMENTE CASUALE.-
è sempre un piacere leggere di Mara e immergermi nel suo mondo, perdermi nelle sue parole...