E mi dici di passarti la mattina...

Racconti VeraLiberta

E mi dici di passarti la mattina - che la porti tu - e ci sediamo a bere le birre sul mare.
Penso troppo stasera e pensi troppo anche tu, tormentato da un fiume che non ti lascia mai stare.

Compro l'olio al tea tree alle bancarelle, che disinfetta e cicatrizza e penso quasi di provare a iniettarmelo nel cuore.
E seguiamolo questo cuore che ci lacera, mi hai detto un giorno, più o meno al centro di uno dei nostri discorsi assurdi, solo che detta così, sembrava facile.

Ti dico che ho la febbre perché ho camminato sotto la pioggia, come nel bombarolo di de andrè, e mi sgridi perché non mangio e sono troppo debole. Sempre a farci da balia noi due. Io che non mangio abbastanza e tu che bevi troppo. E visti da fuori sembriamo sempre così felici.

Parliamo di tatuaggi e mi dici che li scegliamo insieme e che, quando vengo a trovarti, mi porti a scrivere un albero e i tuoi racconti.
Abbassiamo i sedili della macchina, come a volerci sdraiare sulla notte, mentre fuori l'acqua che cade dal cielo sembra pulire un po' questo mondo che continua a piacerci sempre meno. E ce lo diciamo che sì, le emozioni, i sentimenti, ma credere nel futuro è un'altra cosa ora, e che, forse, per il momento, restare soli sarebbe la cosa migliore. Ne fossimo davvero capaci, però...
Mi chiedi se va tutto bene e ti dico di no, però che non ho voglia di parlarne e che, per l'ennesima volta, mi trovo seduta su una trottola gigante, aspettando di capire dove abbia intenzione di fermarsi.

E questa canzone dei tre allegri ragazzi morti che mi hai mandato è proprio bella davvero e riesce a farmi sorridere anche se è triste.
Avere il bar rattazzo tra gli amici mi fa ridere parecchio, che ogni volta ricordo quella sera in cui diluviava a bomba e si tessevano amicizie sotto le tende, noi profughi imperterriti di una Milano postatomica.
Mi dici che, forse, hai trovato il posto giusto per la nostra casa tra i monti [per la nostra casa tra i mondi] e che se vado a l'aquila, quasi quasi, verresti anche tu.

VeraLiberta
VeraLibertà nasce a Milano ma, ben presto, scappa in cerca del mare. Scrive, da sempre, su tutto quello che le capita a tiro: fogli, scontrini, muri, a volte anche sulle proprie mani. Quando non scrive, scatta fotografie, legge o dorme. Ha una vera e propria cotta per gli haiku giapponesi e per la poesia contemporanea. Da grande vuole fare il pirata. Ha pubblicato due libri di poesie: "Le stelle dono andate tutte al cinema" e "Biologica al 97%". Fa parte di Nucleo Negazioni.

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4 Commenti

  1. bellissima. la devo condividere per forza.


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