Ricordo perfettamente le ciocche di grano,
e le camicie di seta a fantasia.
Solo un profumo, in due versioni:
quella per l’inverno e quella per l’estate.
Bello sì ma non lo scelsi mai. Non avrei mai potuto portarlo.
Per me era il tuo.
Lo stesso dopo la doccia anche prima di fare le pulizie di casa.
È rispetto per me e per chi mi sta vicino, mi spiegavi.
Quando mi dicesti che l’età più bella per una donna
è quella dai 35 anni in poi non ti credetti.
Così quando ho visto il mio viso cambiare ancora e non mi capivo,
ma mi dicevano che ero bella, ho ripensato a quella frase.
Io lo sai scrivo sempre. Chissà di cosa poi.
Le camicie si accumulano sulla poltrona, a volte.
Pulite sì ma ordinate per poco.
Come la mia vita che non ti piace mai,
sempre troppo piccola o troppo grande per me,
e dalla quale fuoriescono foglietti che poi non so più decifrare.
Abbiamo cantato molte volte insieme.
Bello rientrare a casa…e scoprire il tuo sorriso per una nuova ricetta.
Non so come facevi ad essere così morbida e sottile.
Anche nei giorni pesanti.
Forse lo sono anch’io e non lo so.
Ora mentre t’aiuto e ti guardo
mi pari una stanca dolce colomba.
Potrò mai ricambiare il dono del tuo profumo negli anni
con degli abbracci?
“Tu si la stidda lucenti dill’orienti
ca u stissu pozzu taliari quannu è scuro.
Si u ciatu cauru ca quannu chiovi m’arripara…”
(“Tu sei la stella lucente dell’oriente
che posso guardare ugualmente anche quando è buio.
Sei il fiato caldo che quando piove mi ripara…”)
Quant’eri bella l’ho capito solo ora.
Quanto lo sei.
Eri troppo dentro per vederti.
Come fui io in te.
La mia farfalla…
A volte vorrei donarti un abbraccio di madre.
Elena Condemi
mi sono commossa. Grazie
non è stato facile decidere di pubblicarla...:)
Grazie Mariella:)
bellissima Elena... concordo con Mariella...
Grazie karen:)) Non era facile...poteva riuscire noiosa e retorica...argomento nn facile. Per me, almeno.
Così credevo fino a quando non ho scritto solo quello che sentivo.