( immagine presa da: cina- rinascita contemporanea)

Quanta strada abbiamo fatto insieme… in certi momenti è sembrata proprio la stessa, eppure sono sempre state strade parallele ma divise da solchi profondi. Divise da recinti, barricate, dai tuoi errori di ieri, dalle mie cadute di stile. Dalle ansie da prestazione, dalle paure indotte, dalle ferite che altri ci avevano inferto facendoci poi ferire a vicenda per salvarci l’uno dall’altro. In alcuni momenti ho avuto male ai piedi ma continuavo a camminare per non perderti di vista, per non perderti del tutto.

A volte ci è sembrato che quel sentiero fosse davvero uno e non si sarebbe mai biforcato, che avremmo continuato a trascinarci insieme con le ginocchia doloranti, altre volte ridendo dei passi falsi, ma comunque vicini, condividendo i salti, le cadute, a darci la mano per rialzarci. Così lontani e così vicini lo saremo sempre in qualche modo strano eppure mi chiedo dov’è che ero davvero, e dov’eri tu mentre il mondo ci cadeva addosso e ci spostavamo piano per non sentirlo.

Da lontano quel punto verso cui andavamo sembrava proprio lo stesso, solo che era un punto buio e indistinto, ora che siamo arrivati fin qui vedo un cartello, c’è scritto che io adesso prendo un battello e tu forse resti qui e ti siedi un po’ che sembri stanco. Forse ti ho salvato un po’ in tutto questo tempo, forse, non so, avrei voluto fare anche di meglio ma non volevi e quindi non potevo farlo. Tu hai salvato me, un po’ mi hai ucciso, ma alla fine sei tu che mi hai salvato. Siamo state le persone giuste sempre nel momento sbagliato, o forse no, in tutto quel fango che ci portavamo nelle tasche siamo riusciti perfino a trovare dei momenti giusti, ma eravamo noi che li inventavamo per non darla vinta a quel Dio distratto. Tanto lo sai che se chiudi gli occhi ti sarò sempre accanto. Tanto lo sai che dovunque andrò… ti avrò sempre dentro.

Mi dico addio, perché sono un’altra me e da oggi ricomincio. Me ne vado da me, mentre mi porto addosso. Ho imparato un altro passo, io che credevo di sapere tutto, ho visto cose adesso… che mi fanno pensare che Dio, forse non era così distratto. È una follia, ma io che credevo di aver rinunciato a tutto, ricomincio.

Sì, proprio io, e con lo stesso slancio che avrei avuto un tempo, prima che iniziasse e finisse tutto, tutto quello che nella mia vita ha lasciato un graffio profondo come un abisso.

Lo faccio perché sono morta abbastanza per poter rinascere, sorridendo.

Karen Lojelo
Karen Lojelo
Karen Lojelo, nasce a Roma il 25 giugno del 1976. Ha pubblicato 'L’amore che non c'è' romanzo 2008), la raccolta di poesie 'Binario 8' e 'l'ebbrezza del disincanto' (romanzo 2012). Nel 2013 è andato in scena uno spettacolo teatrale scritto da lei: Riflessi con la regia di Virginia Pavoncello. Nel 2018 è uscito il romanzo 'Non ti scordar di te' edito da Viola editricee vincitore del premio speciale della giuria al concorso internazionale Montefiore, subito dopo 'Margherita' una raccolta sui generis di racconti e monologhi su questo personaggio immaginario e dedicata alla sensibilità femminile. A novembre 2018 viene pubblicata una nuova edizione indipendente rivisitata e corretta di 'Binario 8', poesie strettamente collegate con i racconti di 'Margherita'. A breve è prevista anche l'uscita di un'antologia di racconti da lei curata con la partecipazione di altri scrittori tra cui nuovi autori e nomi noti. Gestisce un sito multi autore che promuove la scrittura e l’arte in tutte le sue forme //www.wordshelter.it/ Il suo sito personale //www.karenlojelo.it/

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8 Commenti

  1. Molto bella e piena di speranza, perchè quando si gira pagina, si cambi e si inizia un libro nuovo, e tu puoi capirlo meglio di qualcun altro.

  2. "Lo fac­cio per­ché sono morta abba­stanza per poter rina­scere, sor­ri­dendo."
    Leggerti è come sentire le maglie di una Dama di Norimberga addosso,chiodi che si incastrano come ami nella pelle,quasi riuscissi a leggere il tuo vissuto.Bellissima

  3. non c'è niente da fare, è vero. Sembra prerogativa dell'essere umano quella di dover morire abbastanza per poter rinascere...

    • MI VIENE SEMPRE IN MENTE QUESTA FRASE CHE TROVAI SU UNA RIVISTA CHE MI AVEVI DATO TU: per poter fruttuosamente rinascere bisogna aver avuto prima, l'accortezza di morire...

  4. Spesso, bisogna toccare il fondo per poi .. tornare a galla! .. quindi morire per poter resuscitare! ..... e riprendere a sorridere! .... cancellare e rifare tutto da capo! ... però .... che dolore!!!! ..... perchè quel tipo di morte non è un ictus fulminante .... ma un agonia! ..... 🙂 ma la ripresa sorridente ... farà diminuire il dolore del ricordo! ....


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