E poi così da un giorno a un altro ti rendi conto che hai servito un padrone sbagliato; che non esiste il tornaconto per il libero arbitrio; che la tua coscienza vale oro misurata rispetto alle aspettative del tipo di persona che saresti voluta diventare. È una linea segreta, ci sono tagliole nascoste, a volte le salti senza nemmeno rendertene conto, altre volte ci entri con tutti e due i piedi.
"Certo che tu non hai paura di niente."
"C'è stato un periodo in cui avevo paura di tutto."
"Nooo, impossibile crederci."
"È vero."
"E di cosa avevi paura?"
"Di tutto o meglio, più semplicemente di Vivere."
"E come facevi?"
"Mi limitavo a sopravvivere..."
“E poi cos’è cambiato?”
“Non lo so di preciso, è che la voglia di vivere ha avuto la meglio. Forse perché quando non hai più niente da perdere è il momento in cui o molli tutto o ti aggrappi a tutto. E poi sarà che quando non hai più niente da perdere perché hai perso qualcuno di importante è ancora più marcato il confine tra tutto e niente. Non avere più nulla da perdere equivale ad inabissarsi in un viaggio nell’entroterra della propria anima, un te stesso vagabondo , con la bava di rabbia alla bocca, in cerca di una fonte a cui dissetarti. Nel mio viaggio nell’entroterra di me stessa ho portato una reflex, carta e penna, qualche libro e la musica. E tutta la bellezza del mondo. E lo zaino sulle spalle, riempito d’amore dato e ricevuto. Passavo da un paesaggio all’altro, con la gola e le narici così secche che quasi faticavo a respirare. Polvere, fuori e dentro me. Mi si attaccava addosso aiutata dal sudore e incollata sulla mia pelle dai raggi del sole da cui per troppo tempo sono stata lontana.”
“Quanto è durato il viaggio?”
“Mah, credo da sempre, non c’è un inizio vero e proprio ed in fondo non c’è mai una fine, ci sono episodi pari a temporali estivi, bufere di neve, terremoti, black out : è una reazione a catena.”
“E come esci fuori da un episodio o l’altro?”
“Non ne ho idea, dipende dai passi che fai.”
“Hai mai varcato il confine della pietà?!
“Si. Ho avuto pietà di me. Ho smesso di crocefiggermi.”
“Ed è lì che tutto è cambiato?”
“No, lì ho solo deciso di abbandonare la croce.”
Sono confini marcati, voci sussurrate nel vento, atterraggi di emergenza ed il cuore gonfiato con l’elio. Ci sono vetri rotti, sangue versato e pulito, disinfettato, sanificato. Ci sono passaggi chiusi senza orari precisi di apertura…bisogna trovarsi nel posto giusto al momento giusto. È questione di scaltrezza, di bravura, di destino e soprattutto di culo. È spesso una questione di culo, semplice.
“Hai dovuto lottare molto?”
“Ho dovuto mettere tutto in discussione. Ero sola contro me stessa e spesso mi sono fatta parecchi graffi e lividi senza mai cullarmi troppo…”
“Ed ora sei o ti senti migliorata?”
“No, mi sono semplicemente accettata.”
L’entusiasmo è vivo dentro e in fondo a me, nei miei occhi c’è un mondo splendido ed un filo da equilibrista dinanzi a me. Ho voglia di camminarci sopra, magari non riuscirò a correre ma farò di meglio : riuscirò a volare.
Adesso.
Chiudi tutto, controlla che nessuno abbia bisogno, controlla di aver qualcosa da dare di te per ognuno di loro.
Ubriacati. Sii felice. Vomita gioia e amore, anche quando non ce n’è, anche quando si allontana, anche quando è nuovo, anche quando è perduto.
“Cosa vuoi adesso?”
“Vorrei viaggiare in pace e fermarmi ogni volta che mi va, guardare il cielo di notte e le stelle che aumentano di attimo in attimo man mano che osservi il manto oscuro. Voglio l’Amore perché senza di esso io sono qualcosa a metà.”
“Immagini il tuo futuro?”
“No, ma sarò felice. Ho fatto pace con me.”
“E come vorresti che tutto finisse?”
“In una notte d’estate, col cielo libero da nubi e pieno di stelle. Un leggero venticello che accarezza la pelle, a ricordare a tutti che ci sono. Anzi sarebbe ancora meglio nel momento in cui buio e luce si fondono e si inizia a vedere l’alba che sta per arrivare, ma con le stelle. Credo che sarebbe il momento migliore per morire. Dopo aver mangiato una pizza e del tonno”
Nell’universo mi sento come un attimo di respiro del polmone del mondo : non servo a nessuno ne per sopravvivere ne per morire, ma contribuisco. Anche se per poco, contribuisco e condivido.
Vi è molto di poetico in questo pezzo, grazie 😉
davvero davvero bello concordo con Giuseppe
Concordo e, in accordo, non scordo.