Era una splendida giornata estiva. Una di quelle giornate in cui avresti voluto, se in qualche modo fosse mai possibile, spalancarti completamente alla luce del sole. Provai a farlo ma qualcosa dentro di me restò avvolto nella penombra. In un primo momento pensai che fosse per via di quel buffo cappello che avevo indosso. Poi mi dissi: che stupido. L'ombra di un platano mi sfiorava. Doveva essere quello il motivo per cui sentivo ancora quella parziale oscurità avvolgermi dall’interno.
Mi spostai su una panchina pienamente illuminata. Il legno era caldo. Un piacevole tepore si diffuse sulla mia pelle.
Passarono delle nubi. Nubi che sembravano pensieri. Oscurarono il sole, quelle nubi. E proiettarono esse stesse un'ombra lieve sulle cose che giacevano intorno a me.
Per un po' godetti di quel fuggevole equilibrio. Di quella penombra che si estendeva, senza soluzione di continuità, dentro e fuori di me.
benvenuto Marco
Ciao Karen!!!
benvenuto Marco. mi siedo con te al sole della panchina immersi nel verde del parco (così mi sono immaginata leggendo... deformazione professionale)... le nuvole, come i pensieri, sono passeggere...