L’aveva visto fare a sua madre : tornare a casa con le lacrime agli occhi e in un attimo raccogliere tutte le cianfrusaglie di Rocky. Il primo viaggio in macchina senza di lui, di ritorno dal veterinario e quella siringa letale.

Tutto in un secchio della spazzatura: il guinzaglio, la copertina, la cesta come cuccia, l’osso di gomma, la pallina di plastica con cui giocava. Tutto buttato via: qualsiasi cosa che glielo avesse potuto ricordare gettato via d’istinto per non essere costretta a vivere in ricordi che la tormentassero.

Cercare di dimenticare, spazzare via l’immediato passato.

Ed era quello che stava facendo lei quel giorno.

In testa ancora quelle parole, fredde e maledette : “cosi non possiamo andare avanti…addio”

Le aveva pronunciate lei stessa, con rammarico ma determinazione. Era stata lei a prendere la decisione, a dare un taglio a quella relazione stanca e malata da troppo tempo oramai. Lontani i tempi in cui la loro unione viaggiava dritta verso quella che credevano la meta felice, ultimamente si erano costretti a tenersi compagnia. Quasi a farsi un dispetto reciproco, a farsi del male.

Non c’era più niente tra di loro, se non l’abitudine e il rimpianto per un amore che credevano grande e che si era rivelato solo un altro buco nell’acqua. Una goccia in mezzo all’oceano, a quell’immensità di acqua in tempesta dove avevano rischiato di annegare.

Si erano aggrappati l’uno all’altra sicuri di aver trovato la loro isola sulla quale salvarsi, ma non si erano niente altro che aggrappati alla loro voglia di non annegare, alla paura del defluire delle onde e delle correnti.

E se all’inizio si aiutavano, alla fine finivano quasi con il sopraffarsi, cercando di usare l’altro come galleggiante , ciambella di salvataggio. Per non annaspare, per non affogare.

Quel mare faceva paura. A tutti e due.

Paura di dover riniziare a nuotare senza sapere verso quale direzione, paura di non riuscire mai a trovare chi li avrebbe veramente salvati. Paura di non toccare mai più terra; un’isola felice, ingioiellata di sole, caldo e fiori profumati.
Quanto tempo sarebbero potuti andare avanti così?

Veronica se lo era chiesto tante volte, giorno dopo giorno, mese dopo mese.
Se lo era iniziato a chieder da quando non aveva più la certezza nella forza del suo compagno, nella rotta verso cui si stavano dirigendo. E i suoi dubbi avevano messo in discussione anche la sicurezza nella sua di forza, nella sua capacità di mollare qual peso morto per ritrovarsi e andare avanti da sola.

Lasciarsi trasportare o iniziare a nuotare?

Non si può fare il morto a galla troppo a lungo, lo sapeva da tempo. Sentiva i suoi muscoli intorpiditi, bloccati. E l’eco dell’acqua nella sua testa era diventato un rumore insopportabile.

Era sicura della decisione prese. Era sicura di se. Anche se faceva male adesso ripassare al vaglio gli anni e i momenti di quella storia.

Le foto di loro due insieme, stretti e felici. Istantanee che raccontavano giorni e mesi sbranati in una vorace voglia di viversi dentro, a fondo. Una gioia che scintillava negli occhi, nei baci, nei sorrisi pieni e veri.

Poi quella collana che lui le aveva regalato, insieme alla prima importante promessa, alla prima volta che aveva ascoltato e detto le due importanti parole. E le aveva ripetute a voce, ripetute in testa, momento dopo momento, giorni, mesi. Gli scoppiavano dentro.

Il suo maglione, la sua camicia, il suo profumo che amava mettersi addosso per sentirlo più vicino, per legarlo stretto a se.
Si rese conto di quante piccole e grandi cose che la circondavano la legavano ancora a lui. Si rese ancor di più conto di quante cose che si portava dentro la avrebbero costretta a vivere ancora di ricordi, per chissà quanto tempo.
Le cose materiali si possono cancellare, si possono nascondere. Le sensazioni e le emozioni ti catturano di sorpresa e non puoi mandarle via.
Sarebbe dovuta vivere nell'incalzo dei loro ricordi più belli, dei loro rimpianti.
Ogni volta che la radio avrebbe passato una loro canzone. Ogni volta che sarebbe passata nei loro luoghi segreti. Ogni volta che, forse, si sarebbe di nuova sentita sola e stremata a fluttuare nel grande oceano...
Raccolse tutte le cose e le infilò in uno scatolone, da sigillare e portare in cantina. Sperando che un giorno avrebbe avuto voglia di aprirlo per ricordare tutto non con nostalgia, ma con un dolce sorriso.
Fece un respiro profondo, a pieni polmoni. Per prendere forza, per ere coraggio .
Ma si, aveva fatto la scelta giusta. Adesso non restava che aprire quella porta e tuffarsi di nuovo nel mare.

E ricominciare a nuotare....

Manuel Chiacchiararelli
Manuel Chiacchiararelli
Nato a Roma, nel lontano 1975. Da allora sempre in movimento, prima in Italia, poi in Europa. Fermarsi e ripartire, rimettersi in gioco, fare esperienze sempre e comunque E la scrittura, unico punto fermo nella mia vita burrascosa, mi aiuta a catturare i ricordi... A fine 2011 finalmente ho coronato il mio sogno ed ho pubblicato il mio primo romanzo "Lo Sguardo dei Faggi" edito da Aracne Editrice .

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9 Commenti

  1. io trovai terapeutico cambiare la disposizione del mobilio di casa, dipingendone con nuovi colori alcuni... aprii il mio cassetto e buttai via gran parte del mio vestiario cambiandolo totalmente... Rimisi in discussione tutto compreso il mio lavoro e la mia collocazione.... Trovai tutto salutare!!!

    • beh, perche non ti sei trastullata nei ricordi e nel passato.
      Penso che in questi casi la miglior cosa sia CAMBIARE subito, partendo anche dalle piccole cose, eliminare le fonti superflue di ricordi (in ogni caso ce ne avremmo abbastanza...) e andare avanti, allo stesso modo come la madre cerca di cancelare le tracce del cane appena...

  2. mi è successo diversi mesi fa pronunciare le stesse parole di Veronica...ma nel mio caso sono state liberatorie! mi sentivo compressa da un rapporto ormai finito molto tempo prima e nel momento in cui sono riuscita a sciogliere quei sottili lacci psicologici che mi tenevano legata ho ritrovato il piacere di fare di tutto e di più...senza alcun rimpianto se non quello di avere sprecato tanto tempo...ho tolto di mezzo tutto ciò che mi ricordava "lui" e "noi" e da quel momento chi mi conosce ha percepito quasi una metamorfosi...in realtà era la stessa Maria di sempre che si riespandeva con una maggiore consapevolezza di come avrebbe voluto il suo futuro.

    • a volte penso che ci si trascina in una relazione per mesi, o anni, anche se è finita da tempo. non lo so se è per la paura di ritrovarsi soli o perche ci si ostina a credere di poter tornare agli albori ingioiellati della storia. Certo, si puo provare e dire addio non è facile, ma quando ci si rende conto che è finita...beh, prendere in mano la situazione diventa una vera liberazione. Ciao Maria

      • nel mio caso non avevo paura di ritrovarmi da sola...mi ci sentivo già...forse avevo la sbagliata illusione di recuperare la situazione. Non a caso la mia decisione è maturata nel tempo. Tornando a nuotare,poi, ho ricominciato a provare forti emozioni... forti passioni ...ma non senza "scottature"... 😉

        • le "scottature" fanno parte del gioco, o della vita...poi il corpo sviluppa la melanina e non ci si scotta più, giusto? :))
          Penso che dopo un periodo "chiuso" in uan qualsiasi gabbia, ci si ritrovi a vivere meglio, più a fondo...riscoprendo passioni ed emozioni che avevamo volutamente accantonato cercando di salvare il salvabile...
          forse l'importante è lasciare il porto completamente e vedere dove la corrente ti porta :))

          • hai detto bene...le scottature fanno parte della vita e per esse quindi non c'è rimedio nè precauzione che tenga...dall'alto dei miei 34 te lo posso confermare! 😉
            ...nel presente navigo a vista in balia delle correnti che cerco di assecondare ma non ti nascondo che mi piacerebbe conoscere il prossimo approdo felice che mi aspetta (spero). Tanto ci sarebbe da dire... Ciao Manuel e Buon ferragosto! 🙂

          • mi piacerebbe anche a me, a dire il vero, ma devo ancora prendere il largo e lasciarmi spingere dalle correnti. Ma sai che c'è, ho una gran voglia di vedere dove mi portano,...e quante volte mi brucerò di nuovo :))

  3. lasciamo fare alla natura.


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