di Vito Tripi
Tom Piccirilli: a molti lettori italiani questo nome potrebbe, ahimè, non dir nulla dimostrando quella grande carenza editoriale che per molti anni ha colpito il settore di Genere del nostro Paese. Piccirilli è uno di quei nomi che Oltreoceano, contano si tratta di uno scrittore americano, il cui cognome tradisce origini italiche, estremamente prolifico. Ha pubblicato più di 150 opere negli States, spaziando dall’horror al fantastico, dal thriller al racconto erotico, aggiudicandosi il prestigioso Bram Stoker Award per ben quattro volte, assieme a nomi come Simmons e McCammon, oltre all’International Thriller Writers Award. Da noi finora è stato editato solo dalla Sperling & Kupfer, quasi dieci anni fa, con Padre delle tenebre, passato indegnamente sotto silenzio, se non per l’interessamento di un “Almanacco della Paura” di Dylan Dog, adesso a sopperire a questa manchevolezza ci pensa la Gargoyle Books, e chi se no, con Nell’abisso profondo, opera a sfondo apocaliticco-filosofico.
Un uomo è seduto in un ristorante, osserva un’allegra famigliola che cena. Potrebbe essere un momento crepuscolare come tanti altri, un’immagine degna di Edward Hopper, però il nostro spettatore, che anche l’io narrante della storia, non è un uomo come tutti gli altri egli è Il Negromante, o Maestro Invocatore, quale sia il suo vero nome non ci è dato saperlo, ed è uno dei mistici più potenti sulla Terra. Egli è un mago che ha anche il potere di vedere oltre la soglia, ossia il mondo occulto che fluttua nel nostro, una realtà sovrapposta fatta di spettri ed entità mistiche. A fargli compagnia c’è Me, un demone che ha vagamente le sue fattezze e che rappresenta in un certo senso il suo ego oscuro e istrionico.
Da anni il nostro Negromante si è ritirato dal mondo esoterico questo dopo la distruzione del suo vecchio Coven che è costata la vita al suo grande amore Danielle. Però il passato è duro a morire e ti raggiunge sempre… difatti Jebediah DeLancre, leader della sua vecchia congrega, ha organizzato un nuovo gruppo ma ha bisogno del suo vecchio amico il Maestro Invocatore. Jebediah ha un piano quanto mai ambizioso e suicida: costringere il Cristo a tornare sulla Terra e provocare così l’Armageddon prima del tempo.
Ovviamente il nostro “eroe” è assolutamente contrario a quest’assurdità ma il suo ex amico gioca una carta molto ghiotta, offrendosi di restituire la vita a Danielle in cambio della sua collaborazione, e Il Negromante si troverà di fronte alla più dura delle scelte. In viaggio verso la Terra Santa si assisterà ad uno scontro di proporzioni bibliche combattuto su due piani tra le forze della Cristianità e quelle del Satanismo. Ma sarà anche una battaglia interiore nell’anima di un uomo quanto mai combattuto tra abisso e redenzione, interesse personale e un fine superiore. Suoi compagni di viaggio, oltre al logorroico Me, sono lo spettro di suo padre, ridotto ad una specie di arlecchino e Gwain, unico superstite del precedente Coven, essere muto, cieco e dalla lingua biforcuta, ma dall’anima grande.
Piccirilli attinge a piene mani dalla mitologia giudaico-cristiana e paleocristiana, inserendo Nephilim e jin, senza risparmiarsi in spettri e omicidi rituali quanto mai cruenti. Ma Nell’abisso profondo è una profonda critica che l’autore compie nei confronti del fanatismo religioso in ogni sua forma, a tratti il libro potrebbe sembrare anche blasfemo, ed è molto forte, nella sua semplicità, il discorso che fa sull’aereo Betty Verfestein, la signora dai capelli rosa.
Dei personaggi i tre che spiccano di più sono l’abate John, Me e Gwein. Il primo è la rappresentazione del martirio legato alla sociopatia, John prima della redenzione era un criminale rotto ad ogni tipo di nefandezza, ma anche in questa sua nuova vita mantiene gli estremismi della sua natura contorta. A Me va la palma del personaggio più simpatico, con le sue uscite estemporanee, i suoi doppi sensi, le frecciatine e le imitazioni degli attori, rende la storia più umana e leggera. In ultimo, ma non in ordine d’importanza va il personaggio che non dice mai una parola ma che nella sua situazione di perenne estraneità dal mondo dei sensi risulta forse il più umano di tutti a dimostrazione che “basta essere un uomo per essere un povero uomo”.
TITOLO: Nell’abisso profondo
AUTORE: Tom Piccirilli
EDITORE: Gargoyle Books
PAG: 216
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