Perdo qualche minuto a fissare lo specchio, ma lo faccio con rinnovato entusiamo e cercando la solita risposta ai dubbi del mattino.
Una pupilla che si dilata quel millimetro di troppo, la morfologia di un sorriso, poi una testa che si volta con eccessiva veemenza per nascondere disinteresse.
Tutti dettagli che finiscono come parole nel mio vaniloquio mattutino e che lascio cadere tra le pagine ettroniche di questo consumato iphone, come pezzi di un tetris da sistemare nel modo più appropriato.
Alcuni frammenti cadono giù veloci rovinando al livello più basso come macerie spaccate in altrui terremoti.
Altri scendono più lentamente e rallentano con la complicità trasformista di un petalo di rosa.
Desideri, pensieri, soluzioni possibili e finali improbabili. Sono apostrofi meravigliosamente banali che suscitano in me un'ilarità spiccia e immotivata, mentre faccio l'ultimo tentativo di "sembrare", appuntando su un post-it il mio ultimo sorriso.
Lo vedo.
Potrei definirne chiaramente i contorni usando un foglio di carta velina ed una matita, e per un attimo avrei anche voglia di colpirlo questo volto, solo per vedere tutta questa banalità disperdersi in schegge.
Ma la trasmissione del pensiero fallisce e lo sguardo è abbagliato da luci alogene conficcate nella parete alle mie spalle.
Sembrano le luci di scena di un palcoscenico senza sipario, in un teatro dove pubblico ed attore si fondono e confondono in una sola entità.
Essere o non essere,
questo è il problema ed allo stesso tempo la soluzione del problema.
Fare o non fare...
Dire o non dire...
Promettere...
Ci sono due tipi di persone che riescono a dire "prometto": quelle che finiscono per non mantenere e quelle che, per mantenere, fanno cose ancora peggiori.
Io non sono una di queste due categorie.
Ancora quel sorriso allo specchio!
Pensare che forse potrei risolvere tutto con una bella cravatta rossa, un pugno o una preghiera verso l'altrui Dio.
Una croce bidimensionale riflessa però non basterebbe, ci vorrebbero gli occhialini ed almeno una confezione di pop corn.
Sorrido...
Torno a guardare il volto riflesso nello specchio e credo di essere finalmente sulla superficie di un nuovo pianeta.
Fermo i motori, spengo le luci, esco dal bagno, sul tavolo della cunica fette biscottate e succo alla pesca...
Alle mie spalle lascio un buio profondo e l'incalzante dubbio che esista in fondo mondo parallelo.
Dentro o fuori di noi?
Questo è il problema...
e io sono di quelle persone che promettono (con la buona intenzione di mantenere) e spesso non lo fanno. Mio figlio mi sta insegnando che non si può promettere invano e così, grazie a lui, sto evolvendomi in una nuova fase: prometti ciò che sai che puoi fare.
Dentro o fuori di noi esiste un mondo parallelo?
Dentro lo do per certo (io ne ho almeno un paio) e fuori è solo da trovare la porta dimensionale che ci trasporta da un mondo all'altro!
Bisogna saper dire no. E promettere solo il possibile. :))