Ernia

Dusio Albertini

Sèmide e frinolli Il brute Ogino sbavinghiava. Forsechemen o Mencheforse ambèduo. Né cime o gaffe. Per lui. Per me, indonde, un trafalgàr di gherle, nel cuor della sera. Dalla raccolta "La terra imbabbeggiabile" - Stalingrado e oltre, 1958

Pendolari dell'amore

matteo

Dove sono quei giorni che ci eravamo promessi? Guarda lo zaino sulle mie spalle, cammino con il peso di una storia che gli altri non riescono a vedere. Di fronte al treno dell'addio ci siamo detti tutto. Tu, che non avevi più tempo per pensare, ed aspettare il prossimo convoglio...

Rosso erba

matteo

Lascio le inquietudini voglio nutrirmi dei particolari. C'è silenzio, un silenzio oppresso, che mi conduce a te. Perchè io non ti vedo e non ti sento, sono una cellula microscopica, senza via, senza spazio. Qui mi perdo. Mentre non ci sei, mentre te ne vai, mentre sei lontana, e ti...

E brùlo. Ecco. Ora si fa: Dràulico ricordo. Si che ognuno, tamerlando, gavocciolò l’urlìpe loffo. O, Lezzo! Misero uomo Che sfurchia! Lo sai che mentre sfinzi Sfinziano anche le gherle, sul cuor della sera? Dalla raccolta "Luzi a a San Siro" - 1932 Ficuzza (PA)

La dogana

matteo

Senza fretta attraversava il mondo viaggiava con l'idea che partire fosse tutto ciò che c'è da raccontare. Non ha importanza il dove, il come, il quando, quel che conta è che ci sia distanza tra ciò che cerchi e ciò che stai cercando. Aveva troppi sogni e la valigia piena...