Lascio le inquietudini
voglio nutrirmi dei particolari.
C'è silenzio,
un silenzio oppresso,
che mi conduce a te.
Perchè io non ti vedo e non ti sento,
sono una cellula microscopica,
senza via, senza spazio.
Qui mi perdo.
Mentre non ci sei,
mentre te ne vai,
mentre sei lontana,
e ti ho di fronte.
Non sono un ballerino,
ma avrei passi per te:
allena le mie vene,
teorizza il mio domani.
Perdimi, perdonami,
con la grazia disperata dei tuoi occhi.
Compresso nel silenzio dei tuoi gesti
cerco la dignità di parlare,
di dire:
Nutrimi, Salvami,
Fai di me l'uomo che non ti chiederà mai redenzione.
Fai di me l'aria che uscirà da questa casa,
la pelle che il serpente già abbandona,
il rosso erba di una notte in fiamme.
ed io che immginavo un po' d'erba rossa da fumare! (fratemo, attento che chiedi redezione e non te ne accorgi)
Un canto accorato,quasi una preghiera.