Colloquio con lo scrittore Massimo Bonasoni

Articoli Vito Tripi

Per anni la letteratura rosa, o se vogliamo essere più precisi sentimentale ed intimista, è sempre stata appannaggio del gentile sesso. Come se gli uomini non sapere parlare e scrivere di sentimenti. Senza dimenticare che capolavori come “I dolori del Giovane Werter” e “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” trattavano degli struggimenti sentimentali di due uomini e furono scritti da due uomini! Per questo oggi gli scritti mediocri e melensi di Moccia fanno eco come fossero una chissà quale novità. Però è interessante scoprire che esistono anche altri scrittori che possono trattare di sentimenti in modo molto più interessante. Soprattutto perché affrontano la quotidianità cosa, strano a dirsi, oggi molto richiesta dal lettore.

È il caso del romano Massimo Bonasoni il quale alterna la sua professione a quella di scrittore e poeta. Ha molti hobby e ama in particolare la storia contemporanea, l’astronomia, i fumetti e la cultura anglosassone e russa.

Ha pubblicato “Verso un domani”, (Lo faro editore, Roma,2000), una raccolta di poesie, ( “Le note dell’anima”, ed. I miei colori, Firenze 2001) e “Il cuore altrove”, (Fermento editore,2008) romanzo che gli ha permesso di farsi conoscere al grande pubblico di cui parleremo a breve.

La storia è la seguente. L’archeologo Massimo Bravi è una figura controversa, romantica e opportunista. È un protagonista antipatico eppure affascinante. Innamorato di Greta, inesistente proiezione della sua idea di amore, è amato da una donna vera, Janette Hocepied, la segretaria belga del dottor Raiser, capo dell'azienda di ricerche in cui lavora. Durante una gita aziendale in montagna, Massimo si dichiara a Janette. La loro vita di coppia scorre serena finché il direttore non propone al giovane archeologo un’importante ricerca nel Messico dell’età pre-colombiana. Massimo accetta, Janette rimane in fiduciosa attesa, ma lui inizia una relazione di sesso con la scozzese Ann Mc Donald, sua collega al campo base. Durante la permanenza in Messico, Massimo parte per un volo di prova in un bi-posto: per un’avaria al motore l’aereo si schianta al suolo, il pilota rimane ucciso e lui riporta gravi fratture multiple. Mentre è ricoverato in ospedale, Ann gli comunica di essere incinta. Resta perplesso, però le promette che cercherà di sistemare tutto. Anche Janette si accorge d’aspettare un figlio da Massimo ma, saputo del tradimento del fidanzato, tenta il suicidio affogandosi in mare. Viene salvata e desiste dal suo proposito. L’archeologo decide di prendersi una pausa di riflessione e parte per la Patagonia. Cosa scegliere? L’amore razionale, Janette? L’amore passionale, Ann? L’amore ideale, Greta? “Il cuore altrove”, un romanzo che riesce a sviscerare tutte le sfumature dei sentimenti.

Ma per capire al meglio al testo abbiamo intervistato l’autore.
Dott. Bonasoni il suo libro può essere definito di tipo sentimentale o "rosa" cosa vuol dire per un uomo scrivere di sentimenti?
Non è facile per un uomo parlare di sentimenti, perché notoriamente si dice che le donne siano più sensibili. In realtà, mi sono voluto cimentare con questa nuova esperienza, perché lo ritenevo uno stimolo in più. Le mie esperienze si erano limitate a un romanzo a sfondo sociale e, allora mi sono chiesto: perché non provare? Tra l'altro in quel momento, particolare della mia vita, mi sentivo di scrivere sull'amore e quindi, ero particolarmente ispirato.
Devo ammettere, comunque, che parlare di sentimenti è stato molto difficile ma ho cercato di calarmi nell'animo dei protagonisti, cercando di interpretarne le diverse sfumature, e un po' di difficoltà l’ho incontrata, soprattutto quando mi immergevo nel ruolo delle 3 donne co-protagoniste. essendo un uomo, devo dire, che lì ho trovato le maggiori difficoltà.
E stata un bella esperienza che, rifarei tuttavia, attenzione: nel libro, non parlo di sentimenti in toni melensi: il libro scava nella psicologia dei personaggi e nei meandri più del loro animo, catturandone tutte le potenzialità espressive. Sarebbe riduttivo, considerare "Il cuore altrove" un romanzo rosa.

Il titolo "Il cuore altrove" è molto emblematico e rimanda al titolo di un famoso film di Pupi Avati.
Vero... inizialmente doveva chiamarsi "Le voci del cuore", perché quando ho imbastito la trama doveva ruotare intorno al personaggio maschile che "ascoltava" delle voci che gli dicevano "qualcosina"... che non svelo... ma lascio al lettore il compito di capirlo. Seppur abusatissimo il titolo era l'unico che rendesse appieno il contenuto del romanzo e delle pagine chiave su cui ruotava; non riuscivo ad immaginarmi il romanzo senza questo titolo, non riuscivo a trovare titolo migliore che rendesse l'idea. Poi dopo una riunione con l'editore, è nato il titolo attuale, che, è mutuato da un film di successo con Neri Marcorè. Ma oltre il titolo, il romanzo non è accomunato assolutamente al film per trama, luoghi,personaggi e situazioni. Tutto è diverso...

Il suo personaggio incarna l'uomo moderno a cavallo dei 30-40 anni che rifugge le responsabilità
No, non era questo che volevo trasmettere è stata una pura causalità. Mi serviva un espediente letterario per far ruotare intorno a Massimo, il protagonista maschile, il carattere del personaggio e dar vita ad una trama, che oltre che esprimere e trasmettere il mio punto di vista dell'amore, mi permettesse di presentare il romanzo, piacevole e fruibile al lettore rendendolo a tratti avvincente e lasciando il lettore con il fiato sospeso sulla scelta finale. Chi amare? Quale delle tre figure di donne sceglierà Massimo? E quale migliore figura contraddittoria di un uomo un po' "mascalzone" che mette incinta la sua compagna, che intraprende una relazione di sesso con una seconda donna, e che poi s'innamora della proiezione ideale del suo spirito?
Insomma in qualunque modo lo si veda Massimo può essere amato per la sua, per cosi dire romanticità ,oppure odiato per aver fatto tanto del male alle sue donne, ma è pur sempre un uomo che vive al di fuori della nostra realtà attuale, dal nostro tempo, perché, per sentito dire e per esperienze di vita, non credo che personaggi di 30-40 anni oggi, ce ne siano con le su stesse caratteristiche.

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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