Guardava il rastrello ed il panno per un attimo abbandonati in un angolo del salone,
e già non si riconosceva più in quella di ieri, e dell’altroieri.
A pensarci bene, non somigliava a quasi nessuno dei suoi giorni lei.

Una pausa, di quelle che si concedeva oramai sempre più spesso, anche se brevi.
Un’amica aveva telefonato…sempre chiuse in se stesse queste amiche…
lei aveva risposto gentile ed attenta alla sua richiesta,
e per l’ennesima volta si era sentita sola.

Il sole dei finesettimana precedenti l’aveva rubato qualcun’altra…
sì, perché lei non lo aveva visto…ed era rimasto tutto sospeso…
il tempo, come foglie che non danzano né danno frutti,
eppure sostengono d’essere ancora verdi.

A lei verde pareva solo il cielo che rifletteva un limone mal tagliato…
quello di un te non bevuto, ed un abito sporcato sotto una luna che non dice niente
se non “è tardi, vai a casa ora”.

Era stanca, stanca di non essere mai fino in fondo,
e forse neppure all’inizio di se stessa ancora…
stanca di prendersi cura di ciò che c’era da fare, e che ogni giorno aumentava.

Cos’ è il desiderio di una donna se non quello di trovarsi?
E l’uomo a volte pare un passaporto per te stessa,
per il viaggio che vorresti fare quando non ti fanno mai andare via a vedere chi caspita sei.

A volte i giorni sono solo delle stupide piccole clessidre che ti perforano il cervello…
dei parassiti, sì, che osano nutrirsi ancora della tua anima mentre vorresti
non farli entrare, lasciarli fuori, perché non ti danno niente.
Nulla per l’anima.

Dimagrisce l’anima? Si sgonfia, si assottiglia? Che fa?

C’è chi rimane dentro il suo abitino preconfezionato…
che ricorda un involucro di cellophane.
E c’è chi si spoglia, ed allora restano forse spigolose trasparenze…
ed un giorno il sole ci batterà sopra, ed allora cambierà, cambierà tutto.
E con questa speranza ti lasci ingoiare il tuo tempo.

(Dai Mara. Riscrivi la tua storia.)
Ci levighiamo coi giorni...ma i passi più lunghi sono quelli solitari.
E si ridestano vermiglie impressioni, come foglie d'autunno mai sparse.
E le nebbie taciute restano a volte le cose più vere.

Mara: “Non sai quanta strada si percorre quando si è soli...
Quanto è lontano mi guarda, persino nei giorni in cui non permetto
che mi si avvicini...
e si trasforma e mi ritrasforma...
e lasciandomi libera mi lega al vero aspetto delle cose.
Era fuoco ed è acqua che scorre ora l'anima mia...”
Io: “Ridammi la penna…non mi piace questo gioco, sono io l’autrice!”
Mara: “Autrice…ma guardati…tu sei ancora lì mentre io no,
io ho avuto il coraggio di sbagliare per cercarmi.”
Io: “Non mi sono mai nascosta dietro una penna, e lo sai.
Sei solo il frutto della mia fantasia, una piccola parte di me.”
Mara: “Raccontalo alle tue amiche, non a me.
Dai, dillo! Dillo che sei molto arrabbiata, dillo!!!
Non puoi appallottolarmi, non sono un semplice foglietto, sono dentro di te.”

-“Mara, smettila Mara. Fai la tua strada, io ho la mia.”
-“Già. E i piedi stanchi, eh? Ti sei fermata, non sogni più, non osi, ammettilo!”
-“Ma è da schizofrenici, ti rendi conto?”
-“Tu devi renderti conto! Anche tu mi stavi vestendo e svestendo a tuo piacimento…
Riprenditi i tuoi punti, che fermi non sono mai…e le tue virgolette carine…
non puoi mettere a tacere l’anima, vuoi capirlo o no?”
-“Sì, sono stanca…che c’è di male?”
-“Ecco, almeno un passo avanti l’abbiamo fatto.
La mia cara autrice.”

-“Non abusare dell’energia che ti do Mara…”
-“E tu non negare che adesso hai bisogno di me.”
-“Sarà l’estate, ma sì…come quella vecchia canzone :“il vento caldo dell’estate…”.”
-“Sei così stupida a volte!”
-“Ah, pure?”
-“Io sono vera. Ma tu a volte sei peggiore dei tuoi paragrafetti.”
-“Mara, tu dovevi prendertela con qualcun altro, non con me. Hai sbagliato strada, vedi…Dai, ti do una
pausa, accendo il condizionatore intanto.”
-“Sì, ecco, brava…mettimi al fresco.”

(ma sì, è l’estate…)
Io: “Secondo te si sono divertiti?”
Mara: “Non lo so, ma ci abbiamo provato. Ed ora fai la brava e scrivimi “Mara 5”. O era questo il 5?"
Sorrido, il condizionatore comincia a fare effetto: "No, tranquilla, non era questo."

Elena Condemi

Elena Condemi
Elena Condemi
So solo che mi emozionai incontrando per caso un'Olivetti a casa di mia nonna, e non riuscii a lasciarla più. Pareva conoscermi meglio di chiunque altro. E la conservo tutt'ora, proprio come si fa con la propria vecchia e fedele bambola, con la stessa tenerezza... "Lo sviluppo dell'anima è come una poesia perfetta: ha un'idea infinita che una volta realizzata rende ogni movimento pieno di significato e di gioia." Tagore "Sono una piccola ape furibonda. Mi piace cambiare di colore. Mi piace cambiare di misura." Alda Merini "Non ho scritto secondo ragione, Né per fuggire un destino oscuro, Ma per sedurre le stagioni E piacere all’ineffabile azzurro, E per possedere ogni giorno, Senza smarrimento, senza rimorso, E sino al momento della mia morte, Dei diritti infiniti sull’amore..." Anna De Noailles

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1 Commento

  1. direi che Mara ti fa sperimentare e io che amo gli scritti pirandelliani sono invitata a nozze...
    grande Elena e grande Mara


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