Pubblicato da Edizioni Progetto Cultura è DISPONIBILE "Suoni".
Si tratta di una silloge poetica e la domanda sorge spontanea: perché?
Non solo perché editarla, distribuirla, acquistarla, ma anche e soprattutto: perché scriverla?
Tante domande quando decidi di scrivere una poesia. Tante domande e molteplici risposte.
Il protagonista è il suono della parola scritta che prende vita attraverso la lettura.
Ad esempio, la parola "terra".
Leggila, sussurrala, appropriati di lei a mani chiuse.
Fatto? Ora immagina la parola "terra" detta da un geometra, oppure da un prete al cimitero, o anche da un marinaio sul pennone di una nave. La parola è la stessa, il suono anche. Ma cosa evoca nella bocca di ognuno? Non si tratta solo di contesti diversi, ma suggestioni e impulsi di memoria unici e capaci di sciogliere immagini.
Lo scopo della poesia, secondo me, è svelare il "suono" primordiale della parola e usarlo come chiave per accedere a mondi differenti.
E non solo.
Lo scopo della poesia è tracciare una parabola immensa e paradossale, domandandosi infine come potrebbe suonare la parola"terra" detta da un prete geometra sul pennone di una nave.
Altro da aggiungere? Certo.
Vogliatemi bene, se vi va.

Potete ordinarlo nelle peggiori librerie di Caracas...oppure nelle migliori. O anche per mail: info@progettocultura.it

Guido Mazzolini
Guido Mazzolini
Nato a Cremona, da allora respiro nebbie fitte, afa padana e pianeggianti sensazioni. Mi esprimo come posso e come so, nello stesso modo che mi è stato concesso da un cinico fato. Scrivo parole convinto che l’espressione sia la magia donata agli esseri umani per potersi elevare e somigliare agli Dei. Non esistono punti fermi nel mio esistere, solo zattere di comprensione in balia di un oceano agitato e onde altissime che conducono, malgrado noi, verso lidi sconosciuti. Per questo credo nella parola espressa come valore supremo; ci credo perché la voglio fortemente mia, la sento scorrere nelle vene più del sangue, possiede un proprio odore inafferrabile ed evoca consapevolezze diverse, la posso toccare con mano, ingoiare e respirare ogni istante. Credo nel “linguaggio dell’inesprimibile”, nelle sensazioni e intuizioni che solo parole non convenzionalmente espresse riescono a palesare realmente. "Sono l’oscuro lato che nasconde la genesi più vera di me stesso." Ho scritto, mio malgrado: "L'Attimo e l'Essenza", "Diario di bordo", "Il passo del gambero", "Suoni", "La ragione degli alberi", "Un celeste divenire". "Destinati a direzioni diverse" è il mio ultimo figlio di carta.

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