La penna a volte, per sempre,
scaraventerei nel terzo cassetto:
vuoto a perdere in cucina
di viti orfane, pile diverse,
elastici e stuzzicadenti.
Nascondiglio di briciole di pane,
di biglietti da visita,
di ricette bisunte,
punti per raccolte avviate,
di lacci e nastri conservati,
bottoni ed altri piccoli tesori
che quando servono
si vanno invece
a ricomprare.
Non conosco finta cortesia,
non ho la faccia compiacente
non mi riesce stare all’interesse
di accumular biglietti dai rappresentanti.
A volte il vostro è un sogno temporaneo
di un condizionatore nuovo,
che vi rinfreschi un po’ d’estate.
Ma l’abitudine morbosa di lamentarvi
puntualmente per il caldo
v’impedirà di farvelo comprare.
Ci tengo più alle mie ricette sporche d’olio,
che m’hanno reso lieto il tempo
all’esperienza, al fallimento
e nel provar l’orgoglio
di un biscotto.
Son brevi i giorni di chi si distrae,
senza importanza dei dettagli,
andando avanti per inerzia.
Segreti sono invece i giorni
dei bottoni scampati all’immondizia.
Qualcuno fruga dove pensa di trovarli:
in uno svuotatasche
vuoto anche di memoria.
E mentre la raccolta punti scade,
le pile vanno a male,
il frullatore è ancora senza vite,
sono saltata dall’ una all’ altra trave
scansando dure briciole di pane.
I lacci me li son strappati uno per uno
e ho aperto varchi
con steli di betulle.
Mi sono tratta in salvo,
con la mia penna
ancora tra le mani.
(Io non vi posso guarire dall’infelicità)
Molto bella Laura, complimenti! E poi che tenerezza...chi è che non ha quel cassetto? Identico nella descrizione del contenuto! Ciao!
davveromolot bella Laura, nessuno ci può guarire dall'infelicità, ognuno può guarire solo la propria... ma i tuoi versi leggeri portano a scrutare in quel cassetto che tutti abbiamo in casa. Quel cassetto di cose dimenticate... io a dirla tutta ne ho almeno tre pieni zeppi!!! 🙂