Dondolo il sangue
e fluidifico il sogno
guizzami pesce (ti affogherò).
Ho sempre demolito tutto,
la mia ombra è un segugio
per i vermi rossi delle mie fughe.
C’è sempre un prezzo da pagare,
alle finestre mi hanno messo le inferriate,
(io le ho scardinate) e non c’è il mare.
Rumpelstiltskin, non so dire il tuo nome,
ma la maleficenza ci accomuna
e dimora nella confessione tumulata.
Il mio diario in cambio dell’audacia,
un tè alla salvia per la mia fessura
e oro, oro a dismisura, partiamo!
Sono lastra di vetro, tutti sanno dove vado,
sbarra loro il passo, fai un ballo,
(complice ti pizzicherò al primo intervallo)
agita la freccia d’improvviso all’altro lato!
Il mio bottone si slaccerà per caso
disinvolta, stravolta, ti dirò chi sono.
Sono ciò che nell’infanzia s’incrina
e dal vuoto s’intreccia fino alla fratina.
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