Piogge infinite. Negozi ko. Addio a tennis, golf e pattinaggio. Ci sentivamo così, come i tenori senza voce, gli scalatori scalzi, le bombe d'acqua esplose appena le riempi, prima di essere lanciate.
E ieri è arrivato il tuo primo no, detto ad occhi chiusi, senza guardarmi.
Le precipitazioni sono superiori alla media e io annego in un pentolone di scuse banali, arroccate e indifendibili.
Intanto sette festività ci aspettano, in fila indiana, creando una percezione imprecisa della realtà: qui non muore nessuno, nessun santo e nessun martire.
Domani è in programma la conclusione della gita, con visita tattica all'auditorium e l'intrattenimento spensierato dell'organo della cattedrale antica, che risuonerà per noi, dopo anni di silenzio ricco.
Manca la neve, questo il commento, e il prossimo sabato resteremo a casa foderando di pelle il divano di fiori. La pelle è la nostra, cosa credevi.
No, non nudi, non più di così, ma senza idee, questo è certo, così ci vogliono.
Un tasto di telecomando per dimenticare, uno per mettere il muto, uno per far scendere lo schienale e sollevare i piedi da terra, che una volta era sinonimo di volare con la fantasia, oggi di sollevare i piedi e tenere il culo ben saldo.
Input, output, la cover band delle nostre risate ci nutrirà di ricordi non più nostri.
Invia le tue foto di tavoli vuoti e spegni la luce per favore, vorrei riuscire a sentire le gocce d'inverno bagnato asciugarmi.
La speranza è nell'opera.
Io sono un cinico a cui rimane
per la sua fede questo al di là.
Io sono un cinico che ha fede in quel che fa.
(Vincenzo Cardarelli)-----
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sempre un nodo alla gola leggendoti ma non di quelli che stringono, di quelli che si è dimenticato di stringere bene...
immagini nitide e veloci, una dietro l'altra
bello