Dormo dalla tua parte del letto. Non so perché, ma mi addormento se mi metto dalla tua parte.
Dalla mia non ci riesco;
è come un frammento di tempo sospeso in aria, se guardi dentro puoi trovarci tutta una vita, ci sono le briciole di te, le tue parole, le ore colorate su un fianco a guardarci dormire, a fare l’amore.
C’è persino il tuo cuore qui.
C’è chi dice che è il battito della mia tempia sul cuscino.
Ma no, sei tu.
Perché io ci ho dormito sul tuo cuore, era il mio tetto, la mia casa. E so che sei tu.
E se non è il tuo cuore allora sono i passi dei giganti che vengono a prendermi, giganti buoni a cui chiedo un passaggio in giro per il mondo, oltre i limiti della mia mente, oltre il confine invalicabile, oltre quel solco tracciato su una strada sconosciuta e che porta dritto a te.
E così, scorrono luci, cartelli, bivi, stelle e chilometri sbucciati fino a sotto casa tua, per guardare la tua ombra che si muove, per guardare la luce d’argento che illumina la tua casa, la tua vita, la tua lei.
E rimanere sotto la collina a sfogliare il tuo racconto osservandone i dettagli come un cantastorie fortunato, come uno che può tornare quando vuole, a sfiorarti, come si sfiora un nome scritto su una vecchia panchina, una di quelle dove non ci si siede più ma da dove puoi sentire ancora l’odore familiare di menta e fiori di campo.
Non sono più i giorni miei.
Ma a me manchi e va bene così.
Perché le persone non dovrebbero mai uscire dalla tua vita.
Dovrebbero avere l’obbligo di restare.
Dovrebbero avere l’obbligo di dirti tutto quello che non sono riusciti a dire.
E così io respiro per dirti quanto ti ho amato,
respirando ti dico quello che non ti ho mai detto,
e tutt’intorno l’aria si illumina come una cosa bella.
Assolvo l’obbligo, e lascio frammenti di luce e respiri, perché ne rimanga traccia negli alberi che costeggiano il tuo viale, dove passi tutti i giorni, dove scorre la tua vita, nuovo ossigeno per i tuoi occhi..
Ossigeno per te
al sapore di menta e fiori di campo.
E, nel caso chiedessi ai giganti di portarti qui.
In frigo lascio l’ultima fetta di dolce al cioccolato.
Ed è per te.
adoro il dolce al cioccolato, ma non sono l'unica... 😉
Ti resta dentro una struggente nostalgia, una mancanza che prende alle gambe, un vuoto che nessuno può colmare. E senti leggendo che potrebbe essere vero, reale, accaduto davvero e non certo una storia inventata e poi scritta da una che ha confidenza con la penna e ha rispetto per la punteggiatura e il volteggiare lieto tra le parole...
Comunque sia, che sia inventata o la pagina di un diario ben raccontata, mi hai saputo prendere per mano e portare sui tetti con te a volo radente su una forte emozione d'amore.
Bravissima
Grazie.
Se per le parole e per la fede in quello che scrivo e questo vale per tutti i commenti.
Grazie.
lo dicevo io che eri brava...
molto brava 😉
decisamente brava!
Grazie.
Siete come cinque euro trovate nella tasca della giacca quando non ci pensavi più.
E puoi comprare le caramelle, e un biglietto della lotteria.
🙂
Non c'è null'altro da aggiungere. Anzi si, il mio commento: Bellissima!