Varsavia era un Sogno

Racconti Nevrotico Alchemico

(Storia di un ventenne che non aveva nulla di eroico)

Abitavo in centro, ma la città viveva molto lontano da me...

...e tornando a casa quel pomeriggio gli occhiali scuri non riuscirono affatto a ripararmi dagli sguardi medio incuriositi della gente, nei vagoni della metro, non bastarono a farmi scivolare in qualche discutibile citazione indie-rock...

...fuori luogo standard sulla bocca di tutti per simili contesti.

Stringevo ancora nella mano quello straccio di foglio che avrebbe cancellato un lungo viaggio dalla mia vita, ormai firmato da un irrevocabile annullamento: ma perchè rinunciare...perchè lasciar perdere? Per prenotarsi altri 12 mesi di inverno in abito scuro da lutto sentimentale, per farsi inseguire dagli amici in cerca di un altro lunedì sera grigio alcolico, per arrampicarsi sulle parabole a bere un pò di scarico autunnale...

...e sentirsi finalmente un po' più in alto degli altri, precisamente a metà tra l'inutile e il surreale.

Una combinazione sporca di intenti, difficilmente applicabile davanti a tutti quegli esami rimandati ad un fantascientifico settembre.

Varsavia era un sogno, ma i quattro portici dietro casa sarebbero potuti essere il paradiso per noi.

E magari avremmo finalmente sfatato il mito degli sguardi obbligatori a ogni brindisi, un altro di quegli esperimenti inutili per farci sentire più vicini. Ma in fondo lo sapevamo, ci avrebbe solo condannato ad altri 1000 giorni di messaggi senza punteggiatura, per risparmiare spazio e qualche centesimo sulla sim...

...per una buonanotte insipida col naso congelato alla finestra, negando l'evidenza di una storia possibile.

Quel foglio che ti ho passato sotto la porta di casa tua...mi domando ancora oggi se tu lo abbia letto oppure no.

Più tardi quella notte un luogo comune di bassa lega sarebbe venuto a bussare alla mia mail, domandandomi di che colore fossero i miei pensieri: risposi "Non c'è un cazzo da riflettere sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dammi da bere basta". E forse il mittente di quello spam fu l'unico soggetto che avesse cercato una morale a quella decisione poco eroica ormai presa...

...la vittoria del mulino a vento.

Addio Varsavia, forse non saresti stata un granchè, ma certamente un altro sasso e un altro amore da raccontare un giorno a qualche matricola innamorata durante la sua prima occupazione.

Sarei rimasto accanto a lei...anche se continuava a chiudersi il portone dietro le spalle, scomparendo verso l'ascensore.

Così per rispettare lo specchio almeno un pò mi trovai a sciogliere cartoline ancora bianche nel water, abbandonandomi alla vuota prospettiva di quei giorni in cui "Verranno a chiederci del nostro amore", solo per raccontare al prossimo muretto quanto scheletrico possa diventare il volto di un anoressico improvvisato.

Ma non era certo halloween...ed io non ero Jack.

Sarebbe stata la scopiazzatura di un romanzo della Rice aggiornato ai miti senza palle stampati oggi sugli autobus prima di natale. Sarebbe stata una storia di sesso inesperto, fatta di letterine e panorami notturni per annodarsi le dita e immaginarsi insieme in un domani lontano da qui...

...per prendere i sogni e gettarli nel cesso, chiudendo il rubinetto delle proprie opinioni solo per i suoi occhi.

Quella stessa notte decisi di giocare.

Orgoglio? Malattia? Vanità? Libertà?

Paura?

Una roulette girata al buio che scelse a caso il modo di farmi dimenticare un anno di illusioni in un secondo, per mettere ko gli ultimi round esistenziali e capire che in fondo non c'era mai stata la voglia di cambiare, di essere felici rinunciando a un'occasione solo per lei. Per capire che non avremmo mai riguardato insieme il film dei nostri vent'anni provando a mettere in pausa qualche scena...

...magari suggerendoci imbarazzati "Certo che in fondo, sai, avremmo anche potuto provare a stare insieme".

Stare insieme.

Al posto di impazzire troppe notti ad ascoltare senza fine la suoneria auto-composta di un 32-10...

...e non rispondere mai al telefono quando chiamava Valentina.

 

N.A.

 

 

 

(Ciao belle e belli, era una vita che non passavo da queste parti, così ho colto l'occasione per un vecchio ricordo rielaborato, sarà l'autunno come al solito. Ho smesso di pubblicare quel che scrivo da mesi, essendo impegnato da parecchio con una storia troppo lunga e troppo fuori per ridurla a pezzettini: forse non la scriverò mai. Ma sono ancora vivo, al di là dei disastri emozionali e qualche esperimento andato a male che mi si è rivoltato contro. Ho il laboratorio ridotto a un casino. Cercherò di passare più spesso...per ora sono anche a caccia di confronti, chiunque abbia voglia di fare due chiacchiere malate può cercarmi qui o su facebook. A presto!)

 

Ps: sicuramente non ho compilato bene wordpress, Karen mi ucciderà.

Nevrotico Alchemico
Nevrotico Alchemico
Scienziato alchemico dedito alla sperimentazione libera degli incroci nati fra le parole e i diversi status emozionali. Girovago senza meta, studio i caratteri delle persone e le loro relazioni con il degrado moderno degli ambienti circostanti, cercando di estrapolare il filo conduttore che porta alla reale natura di come siamo diventati...e del perchè spesso e volentieri non ci va bene neanche un pò.

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10 Commenti

  1. Nevrotico................................. fantastico ritrovarti qua.... e fantastico il tra parentesi oltre alla storia...

    • Ti ringrazio Mary, sono sempre il solito, mai cambiato.

      Spero di scrivere qualcosina presto, mentre continuo ad attorcigliarmi il cervello per altri motivi...

  2. wordpress il terrore di ogni autore.... ehehe, ancora non hai imparato.... 😉

  3. Non ti ucciderò perchè hai scritto un racconto bellissimo... ti salvi solo per questo 😉
    Bello rileggerti qui e a costo di dover correggere wordpress ogni giorno al tuo posto ti dico...scrivi più spesso comunque 🙂
    complimenti bel pezzo davvero!

    • Ciao signorina delle margherite, forse un pò fuori stagione per fare m'ama non m'ama.

      Grazie come sempre delle parole, cercherò di farmi vedere più spesso, magari dando anche una mano ai commenti...

      (è che lo sai, poi tutti pensano che sono cattivo...)

      Grazie anche per wordpress!

      • Beh però poi quando fai i complimenti tu ad un post almeno uno ci crede davvero 😛

        • Che dolce che sei....(e non scherzo).

          Cercherò di esserci più spesso...

  4. bel pezzo... di quelli sempre sospesi come un puzzle di ricordi in un ambiente senza gravità.
    Lieto di ritrovarti e, anche se magari per motivi diversi, reduce da un periodo di assenza uguale al tuo.
    Alla prossima!

    • Ti ringrazio molto Riccardo,

      questi rompicapo a distanza di anni sono piuttosto complicati da descrivere, tuttavia divertenti.

      A presto...


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