Entro a casa.
Sull'appendiabiti dell'ingresso lascio il tuo nome come fosse un paltò.
Silenzio. Le tue chiavi sono ancora lì.
Ho bisogno di fare passi scalzi…
Sì. Quattro passi nudi sul balcone d’inverno
Morire di freddo per non vedermi piangere.
Avere troppo freddo per poterlo fare.
Ho bisogno di un tuffo, d’una riva, un ruscello fresco, una mela…
di un torsolo da seppellire.
Ho bisogno di sentire dolore sulle mani ferite per non pensare.
D’un pizzicotto violento che mi fa i lividi grandi così non respiro più il tuo nome.
Ho bisogno di un barattolo e un pennello, per cancellare i giorni delle distanze.
Ho bisogno di un passerotto che mi viene a trovare e si affida alle mie briciole.
Ho bisogno del nostro plaid impregnato del tuo odore.
D’una voce che non se ne và.
Non lo sapevo ch’era amore.
Spesso pareva una sberla.
Ho bisogno di una carezza.
Invece nel silenzio mangio sabbia.
Non l'ho capito ch'era amore.
Sei nelle pareti più d'un chiodo.
Freddo...
Ho danzato sul vetro.
Gocce.
Mille.
Chiare e rosse.
Solo le mie viscere
sul letto.
Elena Condemi
Elena sono senza parole....stupendo questo pezzo
Grazie karen...è così mio...