Vivere ricordandoci come facciamo con i morti
Mi chiedo: se vivessimo ricordandoci del nostro prossimo in vita come se fosse morto?
Non sarebbe poi così male, anzi!
Fatte probabili ed assai rare eccezioni, nella gran parte dei casi ci ricorderemmo particolari piacevoli e positivi dell’altro in modo molto più attento e sentito di come avviene quando ci salutiamo, ci frequentiamo o ci pensiamo reciprocamente tra viventi, riducendo il saperci vivi e presenti ed il nostro essere profondo, dalle mille e sfumate espressioni, a qualcosa di scontato, cosa che in realtà non è mai tale!
Avverrebbe quel che solitamente non accade nel quotidiano, dove la straordinarietà del vivere viene messa spesso, con tutta la sua infinita e possibile ricchezza emotiva e sensoriale, in un lontano cassetto, nel magazzino meno frequentato di molte memorie, privando così a mille occhi e sensi tutte le ricchezze di un panorama meraviglioso, unico ed irripetibile per ognuno di noi.
Voglio così narrare non del mio amico del cuore, ma del mio avversario, appunto, come se fosse morto:
“E’ una persona con la quali mi batto con forza,
ma nonostante questo,
c’è prima di tutto il rispetto per la capacità e la determinazione con cui porta avanti le sue idee,
che,
seppur profondamente diverse dalle mie,
sento a me vicine nel grande e comune desiderio:
camminare verso la felicità e realizzare per se e per gli altri, partendo da chi si ha più vicino, il meglio che la vita può offrirci.”
Voglio ora ricordare un semplice passante che di tanto in tanto incontro lungo la strada, sempre come se fosse morto:
“Non ho il piacere di conoscerlo più di tanto,
le nostre comunicazioni sono in gran parte dei semplici e reciproci auguri di passare una buona giornata,
mentre proseguiamo ognuno per la nostra strada,
ma vedo in quei suoi piccoli e semplici gesti di educazione,
nel salutarmi chinando leggermente ed in modo discreto il capo in avanti
o nel rispondermi prontamente accompagnando le sue parole con un sorriso,
un grande senso di socialità e le basi di una possibile convivenza umana
fondata sulla considerazione disinteressata,
presupposto indispensabile per stabilire relazioni umane veramente degne di tale nome,
diffondendo con quei gesti, alla persona incontrata ed a se stesso,
preziosa serenità ed energia positiva”
La morte, oltre a poter farci soffrire turbando i nostri equilibri, può insegnarci davvero molto, ovvero quanto l’altro è importante aldilà del rapporto: al suo arrivo, proprio nel suo essere oscura ci offre l'opportunità di fare luce attraverso emozioni, sensazioni, gesti e pensieri da dirigere non solo su di lei ma verso tutto quel che risiede in noi uomini, animali, vegetali, forme di vita che proprio ora stiamo vivendo ed esprimendo il nostro essere. Possiamo così cogliere e godere di un infinità di aspetti tanto grandi e presenti quanto spesso ignorati e decifrarne e narrarne l’essenza, arricchendo al contempo il ricordo di chi ha portato a sé, la consapevolezza di chi è qui e le possibilità per accogliere al meglio chi certamente dovrà arrivare. In questa straordinaria circolarità chiamata esistenza.
Osservare i rami del pesco al loro spogliarsi limitandosi alla nostalgia del loro bel fiorire non lascia cogliere la bellezza che quell'albero può avere in ogni stagione e fin oltre il suo ciclo vitale!
Nel continuo essere ed evolversi del vivere.
E' meraviglioso poter gioire reciprocamente, ora, dell' infinità e dei mille colori di cui era, sarà ed è fatta la vita!!!
ottimo spunto di riflessione bravo Fabio!
Grazie Karen! E' stata una riflessione figlia di momenti significativi, per me davvero importante...
vero Fabio. Ci ricordiamo dei bei momenti e dei pregi di una persona solo quando l'abbiamo perduta. Ci ritroviamo a vivere del ricordo dimenticandoci del momento, dell'attimo in cui davvero stiamo vivendo. Persi nel correre dietro qualcosa, sovrastati da giudizi pessimi verso l'altro.
E' si Mariella, troppo spesso è così, dovremmo farne tesoro e provare vedere altri aspetti nel prossimo e nel vivere quotidiano.
bella riflessione, davvero bella