Vivono di notte e non solo

Recensioni Vito Tripi

di Vito Tripi

I vampiri sono tra noi! Da un quindicennio buono i libri e i film a tema vampiresco la fanno da padroni. Questo, però, causa anche “l’effetto boomerang” ossia la produzione di tanti, troppi, titoli molti dei quali da cestinare. Per questo si guarda sempre con speranza alle case editrici di genere, come la romana Gargoyle, che sin dall’inizio ha proposto ai lettori testi vampirici di gran classe, dal classico ritrovato al nuovo innovativo. Adesso è il turno di Vivono di Notte del compianto Michael Talbot.

La nostra storia si svolge nella Londra vittoriana e l’io narrante è il dottor Gladstone, rampollo di un’illustre famiglia di stimati e affermati medici. Egli da bambino ebbe una visione, quella di un angelo dal crine ramato che compariva nel capolavoro di Leonardo la Vergine delle Rocce. Ovviamente il suo genitore, freddo e calcolatore, liquidò il tutto come una semplice fantasia infantile e nulla più. Passano gli anni il nostro dottore diviene un medico, migliore di quanto fosse suo padre, si sposa e ha due figlie Ursula e Camilla. Quest’ultima è un idiot savant ossia è ritardata ma dotata di un talento enorme per la musica. Ma il nostro protagonista ha un cruccio, anzi, un’ossessione che gli rode l’anima: trovare una cura all’influenza. Difatti la sua amata moglie Camilla morì per colpa di tale malattia, e non solo, ella era incinta della loro ultimogenita ed è a causa di tale morbo che la piccola è nata ritardata. Il suo studio lo porta a isolare un ceppo particolare, quanto letale, del virus influenzale che lui ribattezza Camillus influenzae. Mentre Gladstone prosegue nel suo lavoro, alcuni eminenti scienziati, in procinto di rivelare grandi scoperte per l’umanità, muoiono in circostanze quanto mai tragiche. E non solo. Una notte egli incontra di nuovo il suo Angelo, investendolo con la carrozza. Seguendo il giuramento d’Ippocrate lo fa ricoverare presso la sua clinica e lo opera di persona. Subito si accorge che il giovane, chiamato Niccolò, ha una capacità di recupero straordinaria. Ma sono le sue abitudini che più di tutto lo colpiscono: rifiuta il cibo, e teme la luce del sole. Sarà lo stesso Niccolò a fugare ogni suo dubbio rivelandogli, candidamente, di essere un vampiro e al contempo di essere davvero l’Angelo di Leonardo. Gladstone orchestra allora la fuga dall’ospedale del vampiro per sottrarlo alle sempre più invadenti e pericolose attenzioni del suo rivale il cinico dottor Cletus Hardwicke. Ospitandolo in casa gli apre le porte del suo mondo e Niccolò si dimostra sempre più attratto dalla piccola Camilla e dal virus che porta il suo nome.

Tra scienziato e vampiro nasce una profonda amicizia, anche se lo studioso spesso e volentieri si dimostra prevenuto nei confronti del suo ospite, finché il vampiro non rapisce la sua figlia minore. Il dottore inizierà una ricerca sfrenata, coadiuvato da Lady Dunaway a cui è stato sottratto il figlio Ambrose anch’egli idiot savant. Il duo si muoverà trala Francia e l’Italia per ritrovare Niccolò e il suo misterioso mentore Ludovico. In questo viaggio Gladstone entrerà in contatto col mondo dei vampiri scoprendo realtà che lui stesso ignorava. Apprenderà quanto le due razze, quella umana e quella vampira, siano legate indissolubilmente, e che la vera minaccia non sempre arriva da chi “vive di notte”.

L’opera di Talbot è magistrale, inizia come un romanzo d’appendice del secolo scorso mostrandoci la vita privata del protagonista e gli usi e i costumi della Londra vittoriana. Poi evolve verso il romanzo gotico classico arrivando a delle sfumature addirittura da spy-story. Ma è la denuncia sociale che si legge tra le righe che è interessantissima. Inizia già dal protagonista il dottor Gladstone: egli è indubbiamente una mente aperta e uno scienziato accorto, degno contraltare del più materiale Hardwicke, ma rappresenta anche le ipocrisie e le contraddizioni dei cosiddetti free radical chic. Difatti egli vuole dimostrarsi privo di qualsiasi pregiudizio nei confronti del suo amico vampiro ma al minimo sospetto o dubbio diviene subito inquisitorio e malfidato. Non solo, anche il rapporto con la sua defunta moglie è simbolo della sua ipocrisia. Egli difatti la scelse di origini umili, anzi incontrata in un locale di dubbia fama, quasi per fare uno sfregio alla memoria del padre bacchettone, per poi rinchiuderla in una prigione dorata fatta di convenzioni e di regole annientandone l’identità, il tutto per salvare la faccia in società. Anche il rapporto con la piccola Camilla è conflittuale, non l’ho ammette mai nel libro, ma in parte la reputa responsabile della morte della moglie altrimenti perché chiamare il virus col suo nome? Ma c’è altro egli non riesce ad accettare in toto, ovvero, l’handicap della figlia e sarà in grado di amarla unicamente quando si dimostra speciale in qualcosa.

E poi veniamo ai vampiri, l’autore gioca sapientemente con essi mostrandoceli sotto numerose sfaccettature facendoci credere ciò che vuole sino alla rivelazione finale. Qui c’è un attacco contro il razzismo e l’ignoranza, Talbot era gay dichiarato e a tuttoggi rappresenta un modello per gli omosessuali americani, ma anche contro la paura. Anche il Camillus influenzae può avere numerose chiavi di lettura: si può vedere in esso l’AIDS, di cui è morto l’autore a soli 38 anni, quanto la scienza che diviene asservita al male per fini bellici.

Vivono di notte è un grande atto di accusa alla storia dell’umanità vista sia in tutto il suo splendore che nei suoi lati più oscuri e minacciosi. Talbot fa anche un grande omaggio alla nostra letteratura in primis col Vate Gabriele D’Annunzio, e in secundis omaggiando Machiavelli e Cavalcanti ma lascio la scoperta ai lettori più attenti…

TITOLO: Vivono di notte

AUTORE: Michael Talbot

EDITORE: Gargoyle Books

GENERE: Horror

ANNO: 2011

PAG: 317

PREZZO: € 18,00

Vito Tripi
Vito Tripi
Vito Tripi collabora con l’Agenzia Stampa Deigma Comunicazioni specializzata in uffici stampa culturali, religiosi, sociali e tecnico-scentifici, con le Riviste “Charta Minuta” e “Storia del ‘900” “L’idea il giornale di pensiero” Dal settembre 2007 è opinionista cinematografico per l’emittente TeleVita nel programma “Lungometraggio” Ha curato la Rubrica Cinema e Libri per il periodico on-line www.nannimagazine.it Cura la Rubrica d’arte “Gallerie Romane” per la radio Vaticana nel programma “Attualità della Chiesa di Roma” Cura la Rubrica Arte&Libri per il mensile “Il Giornale del Lazio” Curatore della manifestazione letteraria “Genius Loci” presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Tor Verga

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