Credo che in ogni vita, un eccesso di vita non sia mai una colpa. E non perché una esistenza abbia necessariamente bisogno delle sue sregolatezze per essere vissuta, ma perché una vita privata dei suoi eccessi, avrebbe un suo modo diverso di trasformarsi in vita e finirebbe con l'essere meno vita della vita che ambisce di essere.
Come in un libro in cui si va avanti a leggere e più non ci si rende conto di chi sia il personaggio principale. Passatemi il gioco di parole, in fondo è solo un gioco.
In ogni vita c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno. Un personaggio. E potresti essere tu che leggi, oppure io che scrivo o magari una donna che perde un treno o che fatica a parcheggiare la macchina. Cosa volete che cambi?
Chiunque andrebbe bene e chiunque non sarebbe allo stesso tempo adatto ad interpretare il ruolo, perché senza eccessi non ci sarebbe nemmeno un ruolo da interpretare. Nessuna storia. Nessuna distinzione tra una vita e l'altra.
Alla fine di questo libro nessuno avrà raggiunto alcun obiettivo, nessuno sarà andato in alcun luogo sognato, nessuno avrà mai lottato per il suo sogno o capriccio, nessuno sarà mai caduto al tappeto e tornato a combattere. Nessuno avrà mai raggiunto la sua piccola Itaca, nessuno avrà salvato il suo castello, baciato la sua principessa o raccolto un quadrifoglio.
Nessuno avrà mai affrontato la sua nemesi o preso in considerazione l'ipotesi di lottare, vincere o farsi trafiggere eroicamente e perdere.
Tutta questa latenza di emozioni io la chiamo "nulla".
Quel libro senza pagine che non ha bisogno di protagonisti. Quella irraccontabile storia che puó continuare tranquillamente a fare a meno di noi in questa ed in tutte le altre vite a venire.
🙂
Tutti siamo utili, nessuno è indispensabile! Bello!